Candidati, coro di no al numero chiuso
Per evitare di sfornare giovani disoccupati, tutti rilanciano un miglior collegamento tra corsi di laurea e sbocchi professionali
TRENTO. Bocciato. Da tutti in candidati senza distinzione di schieramento. Il numero chiuso all’Università incassa il pollice verso da parte dei quattro intervistati, con un distinguo di Michele Nicoletti. La discussione sul tema era stata rilanciata su queste colonne da un intervento del direttore del Trentino, Alberto Faustini: «Servono giovani capaci. Serve vera libertà di studio. Facciamo qui ciò che altri non fanno: apriamo davvero l’ateneo a tutti. A fermare chi non è all’altezza saranno, come accade già, i bravi professori. Non quelli che durante gli esami guardano annoiati gli smartphone, ma quelli - e sono tantissimi - che guardano negli occhi gli adulti che domani guideranno e renderanno migliore questo territorio e questo Paese».
La discussione attendeva solo di essere innescata perché, negli ultimi giorni, sono stati molti gli interventi su questo problema dell’accesso e, di conseguenza, sulla politica da attuare per governare l’Università. Ecco cosa ha detto sul tema il rettore Paolo Collini: «Ho svolto i miei studi universitari seguendo lezioni seduto per terra, ho insegnato con gli studenti fuori dalla porta che cercavano di sentire quanto dicevo. Non mi sembra un modello di successo, francamente. L’accesso illimitato vuol dire distruggere la qualità di quello che si fa. Se proprio, ci sono le università telematiche alle quali possono iscriversi tutti quelli che vogliono. Un altro tema sollevato è quello della carenza di spazi. In biblioteca, nuova di zecca, c’è la fila. Ci stiamo lavorando».
E se gli studenti erano poi intervenuti dicendo che, comunque, si doveva lavorare per ripensare i test d’ingresso, la palla ora passa ai candidati alle prossime elezioni, ad un gruppo di loro. Non c’è dubbio infatti che l’unico modo per invertire questo trend sia quello di poter contare su nuove risorse, che dalla quantità si passi alla qualità anche nello scremare l’esercito di chi vuole frequentare l’università. Tutte risposte che dovranno arrivare dalla politica. Tra Roma e Trento.(g.t.)