Cancellata la protezione umanitaria: malati, genitori single o perseguitati restano senza tutela specifica
TRENTO. Una delle novità di maggior rilievo del decreto sicurezza in tema di immigrazione riguarda la drastica riduzione delle tutele concesse ai richiedenti asilo.Prima del provvedimento governativo,...
TRENTO. Una delle novità di maggior rilievo del decreto sicurezza in tema di immigrazione riguarda la drastica riduzione delle tutele concesse ai richiedenti asilo.
Prima del provvedimento governativo, il sistema italiano era basato su tre tipi di protezione internazionale concedibili ai migranti giunti sul territorio nazionale:
1) l’asilo politico, vale a dire il massimo della protezione prevista dall’ordinamento, con durata di cinque anni.
2) la “protezione sussidiaria”, concedibile a ogni cittadino di un paese terzo o apolide che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel paese di origine correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno. Anche questa ha durata di 5 anni.
3) la “protezione umanitaria”, concessa ai migranti che non hanno ottenuto alcuna delle precedenti protezioni, ma che vivono e che provengono da oggettive situazioni di pericolo, di mancato rispetto di diritti umani, di violenze personali e di vulnerabilità in genere. Si tratta di uno strumento giuridico nazionale (al contrario degli altri due, che hanno carattere internazionale) che il decreto sicurezza cancella. Al suo posto vengono introdotti una serie di permessi speciali di limitata applicabilità e della durata di un solo anno (contro i due della “umanitaria”).