Canazei, il muflone stanco chiede aiuto... all’avvocato

Una femmina gravida e affamata fotografata davanti alla porta di Luca Talmon Il guardaboschi Verra: se c’è tanta neve questi animali si spingono fino alle case


di Elisa Salvi


CANAZEI. Un muflone, immortalato in uno scatto, sotto la targa del suo studio legale, preceduto da un messaggio spiritoso: «Attento: arrivano nuovi clienti…». Nel pomeriggio di venerdì scorso, la prontezza di riflessi e la simpatia di un amico (che poco prima era passato sotto il suo ufficio e aveva notato la presenza curiosa) hanno decisamente sorpreso, Luca Talmon, avvocato di Canazei. Infatti quando Talmon, verso le 14 e 30, ha controllato i messaggi, appena arrivati al cellulare, ha sgranato gli occhi di fronte all’immagine dell’animale selvatico alla porta del suo ufficio.

«Dopo aver visto la foto - racconta l’avvocato - mi son fatto una bella risata. E, poi, mi sono divertito a chiedere ai colleghi se si fosse presentato qualche “strano” cliente. Nessuno, però, si era accorto del muflone che gironzolava lì intorno. Una presenza anomala in questo periodo». In effetti, è insolito incontrare in pieno pomeriggio un muflone in Strèda de Pareda, la via principale di Canazei sempre affollata di persone e auto.

«La casa è al limitare del centro - spiega Talmon - e a primavera capita che, al mattino presto, alcuni capi, con i piccoli, vengano a mangiare l’erba fresca che spunta qui attorno. Ma a febbraio non ne avevo mai visti».

La foto che l’avvocato ha mostrato a tanti amici è già un cult non solo a Canazei, ma pure nei social network dove gira accompagnata dalla battuta: «Quest’inverno è così duro che anche i mufloni hanno bisogno dell’avvocato». Ma quest’espressione sagace ha un fondo di verità. Basta notare l’aria smarrita e gli occhi tristi dell’esemplare di ungulato - una femmina gravida - per rendersi conto di quanto sia difficile per gli animali selvatici sopravvivere alla grande quantità di neve che impedisce il reperimento di cibo in quota.

Non è una novità (come documentato anche da questo giornale) che quest’inverno gli animali, abituati a vivere tra rocce e boschi, si avvicinino ai centri abitati e, in alcuni casi, siano pure soccorsi dagli uomini. «Rispetto a cervi e caprioli - spiega Paolo Verra, guardaboschi di Canazei - i mufloni, meno timorosi verso l’uomo, si spingono spesso fino alle case quando il manto nevoso è abbondante come in questi mesi».

In paese trovano nutrimento, non solo erba e radici gelate che spuntano tra la neve. «I mufloni, ma pure i caprioli - dice Verra - mangiano anche pane, purché secco, bucce d’arancia e scarti di mela. In questi giorni, mi capita addirittura di raccogliere da hotel e ristoranti gli avanzi di strudel e portarli nel bosco agli animali».

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