il caso

Bypass, chi controlla la Marzola?

Si riunisce il comitato scientifico, gli esperti (di Provincia e Università) impallinano il metodo di monitoraggio. E chiedono: «Dove sono i dati?»


Gigi Zoppello


TRENTO. Lo scorso 25 maggio, in riunione con la Commissione Ambiente del Comune di Trento, l’ingegner Franzoi aveva affrontato anche il tema dei controlli idrogeologici lungo il tracciato delle grandi gallerie sotto la Marzola. Ed aveva spiegato che Rfi ha messo in campo già da tempo un monitoraggio geologico, delle falde e delle acque. Un lavoro basato su 250 punti di controllo («non 250 sorgenti. Quelle possibilmente intercettate saranno 7, quelle monitorate sono 84, più 20 pozzi»), con analisi mensili e settimanali. «Una mole di dati che vengono trasmessi in automatico a Provincia e Comune con un portale» aveva detto Franzoi. Quindi si possono vedere? «Verranno trasmessi all’Osservatorio, che poi li metterà sul sito» aveva affermato l’ingegnere del Comune. Propositi buoni per dare da bere ai disattenti.

Ma poi, quando scendono in campo gli esperti, la musica cambia. Come nella riunione del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio per la Sicurezza, il 20 giugno. La riunione è iniziata parlando di organizzazione: «L’ing. Negriolli (che presiede il Comitato) comunica che il Gruppo Ambiente ha lavorato sulla stesura del Programma Operativo e di un quadro sinottico delle prescrizioni». Ed ecco che la dottoressa Paola Visintainer - del Servizio Geologico della Provincia - chiede se tale quadro sinottico comprenda tutte le prescrizioni, anche quelle del Servizio Geologico». L’ing. Negriolli risponde che «il documento le comprende tutte ed è, per questo, un utile strumento di lavoro». Negriolli cerca di andare avanti, parla di prescrizioni e di progetto modificato (il famoso PTFE+) che è stato trasmesso al Comune, ma è mancante di alcuni capitoli, e «non pubblicabile». Ma la geologa non molla: «chiede se per il monitoraggio idrogeologico, come per gli inclinometri, i dati verranno anche elaborati e trasmessi i relativi report.

Risponde la geologa Pastorelli (responsabile cantieri Italferr, ndr) che «i dati fino al 2022 sono già stati consegnati. Replica Visintainer che finora sono stati trasmessi solamente i dati e serve un tempo maggiore per interpretarli mentre se fosse trasmesso un report risulterebbe di immediata comprensione. In aggiunta l’ing. Franzoi chiede venga spiegato anche il sistema di pre-allerta messo in atto con le relative azioni di correzioni da attuare. La geologa Pastorelli concorda che, in questo caso, non è stata implementata un uguale piattaforma come quella messa in atto per i dati ambientali».

La Visintainer torna alla carica: «sottolinea un’ulteriore differenza: mentre per i dati ambientali si tratta di verificare o meno il superamento di determinate soglie, nei dati geotecnici si parla di misure inclinometriche con spostamenti di pochi mm. A supporto interviene l’ing. Franzoi facendo presente ad Italferr che, nella loro presentazione sui monitoraggi idrogeologici, è riportata la seguente frase: “Tutti i dati dei monitoraggi saranno forniti all’Osservatorio Ambientale che ha tra i suoi compiti quello di informare.” L’ing. Gasbarrone (segreteria tecnica dell’Osservatorio) conclude affermando che serve un piano di monitoraggio. Risponde la Pastorelli che questo è già stato inviato al Servizio Geologico». Ma non all’Osservatorio.

E in ogni caso, niente di accessibile al pubblico. Il punto è così interessante, che si va avanti a discutere: «L’ing. Simeoni fa presente che nella prescrizione del CSLLPP è citato il Metodo Osservazionale (§ 6.2.5 NTC 2018) e chiede come tale criterio venga applicato (in quanto non basta un mero monitoraggio; il metodo prevede oltre al monitoraggio un confronto tra previsione progettuale e misure rilevate e, se tale differenza superasse un certo limite di tollerabilità, viene attuata la soluzione alternativa già corredata con i relativi oneri economici)».

E quindi? «Tale aspetto sarà approfondito alla prima occasione utile». L’ing. Negriolli «chiede ad Italferr di mettere a disposizione dei membri dell’Osservatorio e del CTS le password di accesso al portale dei dati che ora sono a disposizione solo di Appa. Risponde la geol. Pastorelli che le credenziali di accesso sono state fornite ad alcuni tecnici di APPA per tutto quello che comprende i recettori ambientali: acqua, aria, rumore. L’ing. Negriolli rinnova la richiesta di analogo portale anche per la parte geologica».

Gran finale con l’ingegner Simeoni (rappresentante dell’Università di Trento) che «chiede vengano inviati i dati di monitoraggio ante operam del versante della Marzola prima dello scavo in galleria e si rende disponibile ad analizzarli. Risponde l’ing. Negriolli che sulla tematica convocherà il sotto-Gruppo Ambiente per un confronto con l’ing. Del Maschio». 













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