«Bus, i disoccupati come “controllori”»
L’idea di Trentino Trasporti. Il presidente Monica Baggia: «Multe da aumentare»
TRENTO. Dai problemi legati allo scarso numero di controllori sugli autobus a quelli dei ritardi sulla ferrovia della Valsugana; dai disagi che ogni giorno vivono gli utenti di Rovereto, al Cta e agli autonoleggiatori privati: abbiamo parlato di tutto con la presidente di Trentino Trasporti, Monica Baggia e con il direttore generale di Trentino Trasporti Esercizio, Mauro Allocca. Ai due dirigenti dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico della provincia abbiamo portato molte delle vostre segnalazioni (giunte in questi giorni in gran numero all’indirizzo mail, sempre attivo, trasporti@giornaletrentino.it) chiedendogli spiegazioni e possibili soluzioni e le risposte, in alcuni casi, sono state positivamente sorprendenti.
GUARDA LA NOSTRA MAPPA DEI DISSERVIZI
Partiamo dal tema dei controlli sugli autobus. A detta di molti lettori sarebbero pochissimi e noi stessi abbiamo dimostrato che si può viaggiare “gratis” (si veda l’articolo “In giro in bus per un’ora senza biglietto”) senza rischiare di incontrare nessun controllore...
Sappiamo che c’è una quota parte di utenti che non paga. In percentuale circa il 4,5% dei passeggeri. Ma sappiamo anche di quali risorse disponiamo. L’incasso annuo del servizio urbano si aggira intorno ai 4 milioni e 500 mila euro. Se azzerassimo l’evasione guadagneremmo, dalla città, circa 200 mila euro in più. Una cifra che, però, sempre annualmente, permetterebbe alla nostra azienda di assumere massimo una squadra di controllori in più (3 persone) che, da studi, ci permetterebbe di recuperare circa 1 punto percentuale di evasione. Insomma non sarebbe sostenibile un incremento di controlli.
Quindi vi va bene così. Non c’è bisogno di perseguire gli evasori?
No, non diciamo questo. Vogliamo migliorare i nostri standard, ma per farlo non ci sono solo i controlli. Ci vorrebbe un impegno di tutta la società. Si dovrebbe partire dalle scuole, dall’educazione civica. E noi, da questo punto di vista saremmo disponibili ad avviare percorsi di formazione negli istituti per spiegare quanto è importante pagare il biglietto e rispettare i mezzi pubblici e il personale viaggiante.
Educhiamo al rispetto, ok. Ma per quelli che proprio non ci stanno?
Vogliamo comunque aumentare i controlli. Per questo, abbiamo lanciato una proposta all’Agenzia del Lavoro. Vorremmo poter impiegare delle persone, magari soggetti senza lavoro, inattivi o in cassa integrazione, sugli autobus con funzioni educative a bordo dei mezzi. La sola presenza di un adulto a fianco dell’autista che invita i cittadini a timbrare il biglietto o a scendere dal mezzo se non lo hanno, secondo noi potrebbe essere un ottimo deterrente. L’Agenzia si è dimostrata disponibile. Ora spetta alla Provincia decidere il da farsi.
I nostri lettori, per combattere i “portoghesi”, hanno proposto tornelli, salite obbligate dalla porta vicino all’autista e multe più severe. Ci fate un commento per ognuno di questi provvedimenti?
I tornelli non sono ancora previsti dalla normativa italiana. Solo il comune di Arezzo li ha omologati su alcuni suoi autobus. Noi abbiamo chiesto al Cpa (Centro prova omologazioni) di poterli inserire su alcuni mezzi ma al momento la pratica è arenata. Per le salite obbligate dalla porta dell’autista la cosa è piuttosto difficile. Noi abbiamo degli orari, per esempio quelli scolastici, dove il numero di utenti è altissimo. Fare entrare tutti da davanti rischierebbe di creare ritardi su ritardi. E’ impraticabile. Per le multe più alte, invece, siamo d’accordo. La sanzione standard, se pagata subito, è di 15 euro. Noi la alzeremmo. Ma spetta alla Provincia decidere in materia.
Valsugana: è appena ripreso il servizio treni e già colleziona ritardi. Come mai?
La linea è di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e anche se da dicembre subentreremo con il 50% di corse della Provincia in termini di orari e coincidenze sarà difficile per noi far cambiare le cose. Noi potremo garantire che il servizio sui nostri treni sia migliore: più pulizia e controllori più presenti. Ma non sarà come sulla Trento-Malé. Lì la linea è tutta nostra e abbiamo il 96% di treni perfettamente in orario.
Molte segnalazioni arrivano da Rovereto. Lì il servizio sembra allo sbando. Che succede?
Manca una stazione delle corriere di riferimento. Si è deciso di creare questo meccanismo della “stazione diffusa” ma nei fatti non ci sono punti fermi sia per gli autisti che per gli utenti. Abbiamo aumentato il numero delle pensiline e cercato di dare, comunque, dei servizi ricovero per i passeggeri. Ma non basta. Ora stiamo lavorando per creare delle vere sale di aspetto più strutturate.
Restando a Rovereto c’è il collegamento con Riva che sembrerebbe molto “leggero”. D’estate l’ultimo pullman dal lago era alle 19.11. Un po’ prestino. Non si potrebbe rafforzare il servizio?
Lo possiamo prendere in considerazione. Il problema, con il lago, è legato al traffico. D’estate le code di rientro sono talmente lunghe che diventa impossibile anche solo ipotizzare una tratta che rispetti un qualche orario. Però possiamo pensare a mettere delle corse sperimentali in fasce notturne. Valuteremo. Per questo chiediamo agli utenti di segnalare i loro disagi anche a noi.
Già che ci siamo, non è che allunghereste la corsa che da Dermulo arriva a Fondo, fino a Malosco e Ronzone? Ce l’hanno chiesto tanti nonesi.
La possibilità c’è. Ci informeremo sulle reali necessità di garantire questo servizio. Più difficile il discorso per quei cittadini che in bassa stagione dalla Val di Sole non hanno pullman diretti per Campiglio. Modificare corse e orari, per esempio della Trento-Malé, provoca disagi ad altri utenti. Lì un ragionamento di opportunità è già stato fatto.
Cta: chi controlla i mezzi dei privati?
Non noi. Trentino Trasporti controlla il servizio. Che siano rispettati gli orari e le tratte. Poi i controlli pratici spettano alla motorizzazione, alla Provincia che ha i suoi ispettori e alle forze dell’ordine. Con noi rispondono del rispetto dei requisiti degli appalti, se li vincono.
A proposito: siete riusciti a mettere il limite di età dei mezzi a 12 anni su quello per gli skibus. Pensate di fare lo stesso anche per il futuro appalto scuolabus?
Noi ci auguriamo di si ma la scelta non è nostra. Sarà la Provincia a decidere. Dell’appalto skibus, però, siamo contenti. C’è stato un grande lavoro, con le diverse realtà locali. Lo abbiamo diviso per capitoli per andare incontro alle esigenze di tutti. Ora sappiamo che c’è maretta tra gli autonoleggiatori trentini perché non tutti hanno i mezzi che rispettano quei limiti di età, ma questo appalto è strutturato su tre anni proprio per favorire chi crede negli investimenti. E’ finito il tempo del tutto garantito per tutti. I nostri autotrasportatori si dovranno confrontare con il mercato e per crescere, come sistema, questa è l’unica strada virtuosa.