Burocrazia, ingegneri sul piede di guerra

Dura presa di posizione dell’Ordine: «Se i Comuni non accelerano, pronti anche ad abbandonare le commissioni»


di Silvia Siano


TRENTO. Concessioni edilizie lumaca. Gli ingegneri non ci stanno e minacciano di ritirare i loro tecnici per un mese dalla commissione edilizia, se l’amministrazione comunale non prenderà provvedimenti. «E’ arrivato il momento - dice il presidente dell’ordine degli ingegneri, Antonio Armani - di dire basta. Il tempo dell’attesa è scaduto. Siamo disposti a protestare ritirando da tutto il territorio provinciale i nostri rappresentanti all’interno degli enti e comuni. La protesta, condivisa con tutti gli ordini e collegi tecnici provinciali, vuole far capire che con poche e chiare regole si può e si deve semplificare la macchina burocratica».

Il punto sta proprio qui: le carte, i passaggi da un ufficio ad un altro per ottenere autorizzazioni, allungano i tempi ed esauriscono la pazienza. «In media per ottenere una normale concessione alla realizzazione di un garage - prosegue il presidente degli ingegneri - servono minimo sei mesi. E spesso si va anche oltre. Tempi davvero inaccettabili, che non ci consentono di rendere un buon servizio ai cittadini».

Il malfunzionamento della macchina burocratica comunale è ancor più evidente, secondo i tecnici, se confrontata con la situazione di altri Comuni. «Nel resto del territorio provinciale i tempi di rilascio di una concessione edilizia si aggirano mediamente intorno ai 40 giorni. Più volte - precisa Armani - abbiamo denunciato la situazione ai vertici del Comune ma dopo anni di incontri e proposte che non hanno portato a nulla. Al di la delle norme urbanistiche ciò che denunciamo è l’innumerevole mole di documentazione che bisogna allegare ad un progetto prima di presentarlo al Comune di riferimento. Documentazione propedeutica che anch’essa deve essere approvata presso altri uffici pubblici. E così il cittadino deve attendere mesi e mesi per poter esercitare un proprio diritto». La proposta degli ingegneri al Comune è realizzare una sorta di sportello unico, che funga da riferimento per i professionisti e non solo, un unico luogo fisico dove presentare le istanze. E poi magari per le pratiche meno impegnative, aprire piccoli sportelli decentrati nelle circoscrizioni.

E non è solo la burocrazia a preoccupare gli ingegneri, ma anche la situazione occupazionale, soprattutto quella dei giovani, che rischia di aggravarsi con la crisi. «Da tempo il Consiglio sta esplorando nuove possibilità lavorative per i giovani. Ad esempio, cercando di promuovere insieme all’Università e alla Provincia di Trento, la nascita di un centro di prova dei materiali di eccellenza che sia un punto di riferimento a livello europeo e che possa occupare decine di giovani ingegneri. Abbiamo cercato di aprire a nuovi mercati esteri come con la Tunisia ove probabilmente vi potranno essere degli sviluppi a breve. Un segno concreto per cercare di dare una testimonianza tangibile del nostro interesse a investire insieme a loro in nuove tecnologie e nello sviluppo di nuovi paesi. Abbiamo intenzione di attivare una serie di iniziative volte ad un serio sviluppo dell’ingegneria sul territorio ma anche all’estero. Abbiamo finalmente concluso l’iter per il tirocinio dei giovani laureati in ingegneria presso studi e enti accreditati. Il primo bando è stato pubblicato di recente».

Sempre per aiutare i giovani, l’idea è creare gruppi misti di progettazione che li coinvolga. Ma sono necessarie opere da progettare subito, che vengano appaltate nel giro di un anno.

«Non chiediamo alla Provincia - conclude Armani - contributi a pioggia, ma un piano strategico che dia nuova linfa al settore dell’edilizia e che si basi sulla centralità della progettazione».

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