Buratti: «Criminalità, il Trentino è oltre il limite»
Il presidente dei pubblici esercizi trentini chiede soluzioni ad una situazione intollerabile che danneggia pesantemente le imprese del settore
TRENTO. Soluzioni urgenti e radicali. La situazione, in Trentino, è ben distante da quella descritta da politici e comparazioni con altre realtà: attività economiche e cittadini non si sentono più sicuri e gli episodi criminali sono all’ordine del giorno. È questa – in sintesi – la considerazione del presidente dell’Associazione pubblici esercizi del Trentino Giorgio Buratti, commentando le ennesime vicende di furti in locali pubblici e case private nel gardesano.
«La situazione – commenta Buratti – è molto diversa da quella raffigurata dalle rassicurazioni di politici e di quanti confrontano il Trentino con altre località: anche nella nostra provincia il livello di insicurezza è elevato e ogni giorno si contano decine di reati. Nel 2015 sono stati 50 al giorno, e nelle statistiche entrano soltanto i reati denunciati, che sono una parte di quelli effettivamente commessi. Non è soltanto un fatto di percezione, quindi: l’insicurezza dei trentini, degli esercenti e dei cittadini è originata da una effettiva crescita della criminalità nella nostra provincia, che “isola felice” ha smesso di esserlo molto tempo fa».
«Anche quanto successo – prosegue Buratti – in questi giorni a Riva del Garda, ultimi casi di una scia ininterrotta di eventi di questo tipo, lasciano molto amareggiati: 10 furti in 48 ore, compiuti per altro in pieno giorno, alla luce del sole. Una situazione francamente insostenibile, che, per gli esercenti, si traduce in una costante e logorante preoccupazione quotidiana nello svolgimento del proprio lavoro. Non vorremmo doverci vedere costretti, come categoria, a ragionare in termini di vigilanze private organizzate, ronde o quant’altro, per tutelare i nostri associati. Ritengo che prima di tutto occorra intervenire dal punto di vista politico e istituzionale, monitorando e contenendo i soggetti che manifestamente rappresentano un rischio per la sicurezza e la convivenza civile. Misure tempestive e adeguate alla gravità della situazione che non riteniamo fisiologica ma anomala. Ben vengano telecamere e altre tecnologie ma lo stato delle cose richiede interventi straordinari, urgenti e radicali».
«Col tempo abbiamo assistito ad un pericolosissimo innalzamento del senso comune su quanto viene tollerato: un innalzamento favorito dalle parole di chi assicura che comunque in Trentino va meglio che in altre zone d’Italia, sottintendendo che sia un mestatore d’animi chi fa notare che essere scippati in pieno giorno a Trento non è accettabile. Chiediamo che si smetta questo atteggiamento di ‘confronti’ palesemente assurdi che nascondono soltanto l’incapacità di mettere mano al problema: si cominci a fare qualcosa per tutelare davvero chi lavora onestamente e faticosamente, senza lasciare esercenti ed imprenditori alle mercé di delinquenti e facinorosi. È intollerabile, questo sì, che intere zone della città capoluogo – ma anche di altri centri – siano in mano al degrado e alla delinquenza. Si intervenga subito e adeguatamente!».