Bregovic sull’inno dei Mondiali: «Macchè plagio, vi farà ballare»

Il musicista slavo: il riferimento ad altri pezzi è “oida”, una parola inventata che dà il ritmo al brano Manfrini (Trentino marketing): il compenso comprende anche il concerto-benefit al Santa Chiara


di Paolo Piffer


TRENTO. «Quanta pubblicità!» Esordisce così Goran Bregovic appena arrivato a Trento da Parigi, ieri sera, per presentare in Provincia l’inno dei mondiali di sci nordico che inizieranno il 20 febbraio in val di Fiemme e che gli è stato commissionato. Ironico e più che mai rilassato il musicista slavo, a proposito delle polemiche provenienti da Belgrado secondo le quali la canzone non sarebbe altro che un auto-plagio, un vecchio successo degli anni Ottanta del gruppo con il quale suonava al tempo. «La canzone si difende da sola. Se c’è un riferimento a qualche altro mio pezzo - ha proseguito - sta tutto in una parola inventata, oida, che è onomatopeica e dà il ritmo. Poi, non ho certo l’arroganza di pensare che il brano, che entrerà a far parte del mio repertorio, debba piacere a tutti. Comunque ho cercato di proporre un pezzo e scrivere della musica che abbia il sapore delle Dolomiti e che possa essere un souvenir da portare a casa una volta finita la competizione in val di Fiemme. Mi auguro che faccia ballare un sacco di gente. Sugli attacchi partiti da Belgrado, infine, non so proprio che dire». “C’è un fiore sulle Dolomiti” è il titolo dell’inno fiemmese: “C’è un fiore sulle Dolomiti/Su su sulle Dolomiti/Tu tu sei tu sei questo fior che amo/ Andiamo andiamo”. E ancora: “Oh mia bella/per i monti tu sei fatta/Oh mia bella/Nella baita polenta e vino a far l’amore fino al mattino”. Ritmi balcanici, grancassa, fiati e le tanti voci di una settantina di coristi e di più di 50 bandisti trentini. Musica che invoglia a ballare, appunto, e che ha un suo ritmo preciso, sincopato, che a volte si ripete, se non spesso, come senz’altro può dire chi ha assistito almeno a qualche concerto del genere, o sentito le colonne sonore dei film di Kusturica. “Bella la notte su in Trentino/Chi lo vuole più il mattino? C’è un miracolo in Trentino/un bacio dura fino al mattino”, prosegue il testo. Paolo Manfrini di Trentino sviluppo, nel corso della presentazione di ieri sera in piazza Dante ha sottolineato che «l’intenzione, quando si è pensato a Bregovic, era di poter avere un pezzo di world-music capace di valorizzare l’identità trentina espressa da bande e cori. Bregovic aveva già lavorato con bande e cori e abbiamo ritenuto che potesse essere in grado di interpretare questa identità». Poi le precisazioni sui costi: 30 mila euro per l’inno e 40 mila di cachet (+Iva) per il concerto che Bregovic farà il 20 febbraio all’Auditorium di Trento e il cui incasso andrà in beneficenza (50 euro l’offerta minima). Costi comprensivi di composizione, registrazione, mixaggio, diritti Siae e trasferte. «Guadagno ben di più a fare altro», ha tagliato corto il musicista. Pietro De Godenz, presidente del Comitato organizzatore dei mondiali, ha affermato: «Avevamo un obiettivo, fare in modo che l’inno fosse una canzone da ricordare, che durasse nel tempo. Penso proprio, e mi auguro, che ci siamo riusciti». Per Sergio Franceschinelli, presidente della Federazione dei cori, «il risultato raggiunto è per noi fonte di orgoglio. E’ un canto fresco, divertente, che evoca le Dolomiti». Renzo Braus, presidente delle bande trentine, ha detto che «è stata un’esperienza entusiasmante».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano