Bossini, spunta anche una truffa

Il pm chiude l'inchiesta e contesta al sindacalista cinque episodi gravi



TRENTO. Giovanni Bossini torna libero, ma dovrà affrontare presto il giudice. Doppia notizia, ieri, per il sindacalista della Filt Cisl, ora sospeso, che era finito in carcere con l'accusa di estorsione. Ieri il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso del suo legale, l'avvocato Marco Stefenelli, e gli ha revocato la misura degli arresti domiciliari. Secondo il Tribunale, presieduto da Guglielmo Avolio, non c'è più il pericolo di reiterazione del reato, dal momento che Bossini è stato sospeso dalla Cisl e non può più, quindi, tentare di estorcere denaro a imprenditori o lavoratori. Bossini, quindi, già da oggi è libero e può tornare al suo lavoro di operatore ecologico, visto che non beneficia più del distacco sindacale.

Contemporaneamente, il pubblico ministero Davide Ognibene ha chiuso l'inchiesta e ha consegnato al legale del sindacalista l'avviso di conclusione delle indagini. Adesso la difesa ha venti giorni di tempo per chiedere di approfondire determinati aspetti o per fornire propri elementi di prova. Trascorso questo termine, il pm potrà chiedere il rinvio a giudizio. In tutto, gli episodi contestati a Bossini sono cinque e spunta anche l'accusa di truffa aggravata. Oltre alla prima estorsione ai danni di un imprenditore che aveva portato in carcere il sindacalista, sono emersi, nel corso delle indagini condotte dai carabinieri di Trento, anche nuovi fatti. In particolare, Bossini, avrebbe approfittato del suo ruolo per cercare di estorcere denaro sia a imprenditori che ai lavoratori.

La nuova accusa di truffa, si riferisce proprio a un episodio ai danni di un lavoratore. Si tratta di un dipendente di un'azienda che aveva un contenzioso aperto con il suo datore di lavoro. Bossini ha spiegato al lavoratore che gli avrebbe dovuto dare mille euro per l'assistenza nella controversia. Per convincerlo, gli avrebbe anche detto che se non pagava, la Cisl gli avrebbe chiesto molto più. Da qua l'accusa di truffa aggravata dalla prospettazione di un danno immaginario. In un'altra occasione, Bossini avrebbe minacciato un lavoratore di spaccargli la testa se non avesse pagato una rata di 300 euro per l'assistenza legale. Infine, Bossini avrebbe cercato di ricattare un imprenditore che aveva appena licenziato un lavoratore chiedendogli 5 mila euro altrimenti gli avrebbe mandato la Finanza. In questo caso, però, l'imprenditore non ha pagato.













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