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Borgonovo Re va avanti"Compatibile" - Sondaggio

Donata Borgonovo Re va avanti. Forse ancora più convinta di prima. Per lei, esperta di legge, il problema dell'incompatibilità della sua candidatura a sindaco proprio non c'è perché la norma «si riferisce solo al difensore civico nominato dal Comune, per quanto mi riguarda, essendo stata nominata in convenzione con la Provincia, valgono le regole stabilite dalla legge provinciale». Fin qui l'interpretazione giuridica della norma. Ma c'è soprattutto la questione politica. Nei partiti, anche nel centrosinistra, molti non la amano


Chiara Bert


TRENTO. Donata Borgonovo Re va avanti. Forse ancora più convinta di prima. Per lei, esperta di legge, il problema dell'incompatibilità della sua candidatura a sindaco proprio non esiste. Quella norma dello statuto comunale, che vieta al difensore civico di candidarsi anche nell'anno dopo la fine del suo mandato, «si riferisce solo al difensore civico nominato dal Comune, per quanto mi riguarda, essendo stata nominata in convenzione con la Provincia, valgono le regole stabilite dalla legge provinciale». Dalla segreteria generale del Comune arriva la conferma che sul piano tecnico-legale l'incompatibilità non c'è: sopra lo statuto c'è la legge, che non impedisce all'attuale difensore civico di scendere in campo. Ma oltre la norma si pone la questione politica: è giusto candidarsi andando contro un principio sancito dalla carta fondamentale della città? E ci sono infine le logiche dei partiti: nel centrosinistra molti non amano la Borgonovo Re e preferirebbero non averla come candidato sindaco. Lei ci scherza: «Finora siamo uno pari: piaccio all'Italia dei valori, non ai socialisti». E aggiunge: «Bello sarebbe se anche nella nostra politica si imparasse a parlare apertamente, senza sotterfugi e segnali trasversali». I partiti sono avvisati: nessun passo indietro.

Borgonovo Re, lo statuto del Comune dice che la sua candidatura a sindaco è incompatibile con il ruolo di difensore civico, anche nell'anno dopo la fine del suo mandato. Conosceva questa norma?
Quando ho letto sui giornali la notizia ho pensato: che ridicolo! È un problema di lana caprina. La norma dello statuto individua due soluzioni per il difensore comunale: quello nominato dal consiglio comunale e quello assicurato attraverso una convenzione dal difensore civico provinciale. È chiaro che le norme all'articolo 26 che riguardano l'incompatibilità e l'ineleggibilità si riferiscono al solo difensore civico comunale, che in 14 anni non è mai stato eletto.

Altri esperti sono di parere diverso. Nessun dubbio per lei?
Nel '94, quando è stato approvato lo statuto, il Comune era convenzionato da tre anni con la Provincia e nel testo della convenzione si legge che le regole di riferimento sono quelle contenute nella legge 28 del 1992, quella che istituisce il difensore civico. È evidente che fino a quando il Comune non nomina un proprio difensore civico, accetta le norme stabilite dalla legge provinciale. E in questo caso l'unico obbligo sono le dimissioni 6 mesi prima in caso di elezioni nazionali o regionali.

Ammettiamo che per la legge lei possa candidarsi. Non resta comunque un problema politico, di inopportunità da parte di chi ha appena svolto il ruolo di controllore a diventare amministratore?
Certo, questa è l'unica riflessione degna di essere considerata. Premesso che la mia candidatura - lo ripeto - è ancora solo un'ipotesi - questo problema di vicinanza dei due ruoli io me la sono posta.

E che risposta si è data?
C'è un problema di non eleganza, è vero. Ma se guardiamo la questione da un altro punto di vista, penso anche che aver conosciuto da vicino limiti e errori della pubblica amministrazione possa essere un aiuto per evitare di ricadere in quelli stessi errori. Semmai ne commetterei altri.

Qualcuno solleva anche un altro problema, sfruttare un ruolo di garanzia come quello di difensore civico per costruirsi un'immagine e una popolarità da sfruttare politicamente...
È vero, c'è la visibilità che ti sei creata, vale la pena ragionarci. Parlando con le persone a me vicine, che sono evidentemente di parte, qualcuno mi faceva però notare che lo stesso problema si pone per gli amministratori, i consiglieri, per qualunque soggetto che abbia un ruolo pubblico. Diciamo che nessuno può candidarsi?

Che qualcuno abbia sollevato la questione dell'incompatibilità la considera una mossa strumentale?
Diciamo che tutta questa complessità di interpretazione della norma davvero non c'è.

Oggi sente più lontana, o più difficile, la sua candidatura a sindaco?
Assolutamente no. Usando una metafora calcistica, potremmo dire che ad oggi siamo uno pari: l'Italia dei valori ha detto "ci piacerebbe", lo Sdi ha detto "non ci piacerebbe". Io non sto cercando un posto al sole, magari un assessorato come leggo da qualche parte. Davvero no. Ho detto, e lo ripeto, che ho ancora delle riserve personali da sciogliere prima di prendere una decisione. E ribadisco che se un percorso dovesse partire, dovrà essere condiviso dalla coalizione e passare per le primarie. Quello che va evitato è un sistema di cooptazione. Immagini che bello sarebbe se anche nella nostra politica si imparasse a parlare apertamente, senza sotterfugi e segnali trasversali. Io metto a disposizione le mie competenze, la mia esperienza, il mio interesse a fare. Se le mie intenzioni saranno apprezzate bene, altrimenti farò altro.













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