Bocconi avvelenati, sos cani

Vittima anche un golden retriver sopra Ronzo: «Non so se si salverà»


Giuliano Lott


ROVERETO. Una passeggiata sul monte Creìno, sopra l'abitato di Ronzo, ieri nel primo pomeriggio, per tenersi in forma. Poi Maya, un golden retriever di undici anni, ha iniziato a stare male. «Appena l'ho vista preda di una crisi epilettica ho capito subito: era stata avvelenata» racconta ancora sconvolto Paolo Ciaghi, presidente del club cinofilo "La volpe rossa", noto "dog trainer" e componente della nazionale italiana di agility. «Per farla vomitare le ho dato da bere acqua e sale, cinque bicchieri, aprendole la bocca mentre era preda delle convulsioni, ma ormai il veleno aveva attaccato il sistema nervoso centrale. Ho dovuto portarla di corsa dal veterinario. Non so ancra se si salverà».

Ciaghi è su tutte le furie, addolorato e preoccupato per le sofferenze che Maya sta patendo. «Non so come si possa cercare in modo deliberato di far male agli animali. Non ho idea di chi abbia sparso bocconi avvelenati, ma pare che nella zona di Ronzo non sia una novità». La dottoressa Elena Mussa, che ha curato Maya, spiega: «Da come si è presentato il caso, sospetto si tratti di pesticidi. Nella zona della val di Gresta era accaduto qualche settimana fa, con lo stesso veleno, attorno a Varano. Era una cagnetta di taglia medio-piccola, per fortuna l'abbiamo salvata. I padroni si sono accorti subito dei sintomi e me l'hanno portata i tempo. In quel caso, i proprietari avevano anche raccolto i resti della polpetta. Era della carne di pollo mescolata a carbammati, una famiglia di insetticidi, lo abbiamo scoperto dalle analisi. Un mio collega ha registrato un caso analogo nella stessa zona».

Paolo Ciaghi ha reagito nella maniera migliore, l'acqua e sale fatta ingurgitare a viva forza potrebbe aver salvato il cane. «Ho raccolto ciò che Maya ha rigurgitato, lo faremo analizzare in laboratorio» racconta. Maya è sedata e oggi potrebbe essere fuori pericolo, ma c'è il forte rischio di danni permanenti.













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