in scena

Bergonzoni e l'economia degli scioglilingua

Per il ciclo "L'economia in scena", atteso appuntamento con il vulcanico showman al Teatro Sociale



TRENTO. Teatro Sociale all’insegna del tutto esaurito ieri sera, per lo spettacolo di Alessandro Bergonzoni nell’ambito del Festival dell’Economia. Il comico e scrittore bolognese ha conquistato il pubblico del Festival dimostrando di essere un esempio unico in Italia per le sue incredibili capacità affabulatorie e per suoi funambolici giochi di parole che si intrecciano in performance teatrali davvero uniche.

Nel mirino di Bergonzoni e dei suoi irresistibili scioglilingua, questa volta, sono finiti proprio i temi dell’economia declinati ovviamente alla sua maniera. Già dal titolo dello show “Per non fare economia di energia, interiore (risparmiare o risparmiarsi?)” si poteva comprendere come Bergonzoni avesse voglia di divertirsi e far divertire parlando di economia.

Un doppio obiettivo raggiunto visto che in un’ora di spettacolo il mattatore felsineo ha letteralmente travolto la platea del Sociale con un fiume di parole, battute, controsensi e ossimori davvero travolgenti. Bergonzoni, da sempre un battitore libero del lessico e del linguaggio, questa volta ha puntato la sua frenetica vis verbale sulla forza interiore dell’uomo che deve sapersi inventare e reinventare in un contesto economico in cui tutti sembrano aver perso la bussola nella frenesia insaziabile del profitto.

“Per festeggiare il decimo anno del Festival – esclama Bergonzoni – suggerisco la creazione della banca dei peli, una sorta di credito villoso: una banca che non da soldi, ma aiuta tutti quelli che per poco, per un pelo appunto non ce la fanno a raggiugere il proprio obiettivo”.

Alla sua maniera Bergonzoni punge invitando a pensare più che alla “bancarotta fraudolenta” alla “barcarotta fraudolenta”, con un chiaro rimando alle imbarcazioni con cui si perdono in mare i migranti. “In questo presente gli immobili siamo noi – esclama il comico – non le case!”.

Nel suo monologo, un autentico fuoco di fila di aggettivi e incastri verbali, Bergonzoni infila di tutto: dall’Expo, che gli instilla un sacco di dubbi, dai messaggi lanciati da Joseph Stiglitz, il Premio Nobel grande protagonista della prima giornata del Festival, fino al buio che avvolge l’economia del terzo millennio e alle denunce catodiche di Report.

Se si prova a riavvolgere il filo si comprende come a contare davvero, per Alessandro Bergonzoni, sia la capacità dell’uomo di ritrovare la propria profondità, la propria unicità senza farsi stordire dai messaggi di un tam tam quotidiano che annichilisce le coscienze. Una nuova economia, allora, è possibile e necessaria cosi come si avverte il bisogno di un cambiamento di linguaggio, di reimpostare i codici della nostra esistenza.

Bisogna allora ritrovare una propria identità e la capacità di dialogare con gli altri, di ascoltare, prima che il lato oscuro annulli la forza di quella luce, di quell’energia positiva e creativa che ognuno di noi ha dentro di sé e che ci dovrebbe far diventare “imprenditori di noi stessi, in ogni momento, in ogni istante della nostra vita”.













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