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Basta mascherine negli ospedali, ma restano per le Rsa e i «reparti sensibili»

E' scaduto il decreto del ministro che le rendeva obbligatorie per accedere agli ospedali ed alle altre strutture a carattere sanitario. Ma rimangono per i reparti che ospitano pazienti fragili o immunodepressi e nelle case di riposo 



TRENTO. E' scaduto il 30 aprile il decreto dell’allora ministro della sanità Schillaci, che rendeva obbligatorio l’uso della mascherina Ffp3 per accedere agli ospedali ed alle altre strutture a carattere sanitario (compresi ambulatori, punti prelievo e case di riposo). 

Con l'ordinanza del ministero della salute datata 28 aprile 2023, infatti, l'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie viene previsto dal primo maggio al 31 dicembre 2023 soltanto per il personale, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie nei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani e immunodepressi e in particolare nei reparti ad alta intensità di cura.

L'identificazione di tali reparti viene però lasciata alla discrezione delle direzioni mediche di presidio ospedaliero e territoriale delle singole strutture sanitarie.

Quindi salvo diversa indicazione dei responsabili clinici, l'esecuzione di routine di test diagnostici (tamponi molecolari o antigenici) per infezione sars covid è limitata ai reparti e ambiti che ospitano pazienti a particolare fragilità per immunodepressione (ematologia, pazienti portatori di grave compromissione del sistema immunitario o in trattamento immunosoppressivo).

Confermato anche che l’obbligo di mascherina rimarrà in vigore per le residenze sanitarie Rsa: è stato prorogato l’obbligo di indossare la mascherina per lavoratori, utenti e visitatori fino al 31 dicembre 2023.

Il primo comma dell’ordinanza, infatti, spiega che «è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni sanitarie delle strutture sanitarie stesse. l’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti».

 













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