L'INTERVISTA

Baratter: «Mesi difficili, chiedo scusa ai trentini»

Il consigliere del Patt rompe il silenzio: «Una leggerezza, non è stata corruzione. Starò bene quando saranno assolti pure gli altri due imputati in questa vicenda»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Parla Lorenzo Baratter. Lo fa dopo mesi difficili. Dopo una vicenda che lo ha segnato, la riabilitazione ed il ritorno alla vita politica. In questo colloquio il consigliere provinciale del Patt ricostruisce quello che gli è accaduto. Ma parla anche di Autonomia, di Ustica, della Tonca. Senza svicolare sui vaccini, tema sui cui si è posto in modo difforme dalla maggioranza. E Baratter, cosa non comune al giorno d’oggi, chiede anche scusa.

Consigliere che si sente di dire rispetto a quello che le è accaduto?

«Ho vissuto dei mesi estremamente difficili, li ha vissuti la mia famiglia e faccio ancora fatica a parlarne. Il politico è innanzitutto un uomo: alcuni comportamenti nei miei confronti sono stati ampiamente al di sopra delle righe. Mi riferisco ai giornalisti sotto casa, agli inseguimenti: tutte situazioni di ingresso pesante nella vita privata. Ho preferito rimanere in silenzio. Questa vicenda rimane per me una ferita: so di aver compiuto un atto di leggerezza ma so di non averlo fatto con disonestà. Ero in buona fede ed il prezzo che ho dovuto pagare è stato alto: io volevo aiutare un'associazione».

Era accusato di corruzione.

«Ogni volta che sento pronunciare questa parola per me è una pugnalata: ammetto di aver fatto una leggerezza e mi scuso. L'eco mediatico sollevato dalla mia vicenda non ha creato sicuramente beneficio al Trentino, al mio partito, ancora prima che a me e alla mia famiglia. Io ho dunque l'umiltà di ammetterlo. Ma allo stesso tempo sono dispiaciuto che non ci si sia accorti che in questo periodo ho sempre cercato di lavorare, aiutando delle persone e portando delle idee utili alla nostra comunità».

La gente lo ha capito?

«Ho avuto, e non è una banalità, un grandissimo sostegno da parte della gente, aldilà del partito. Molte persone che mi seguono non sono persone tesserate del Patt. Ho trovato comprensione e quando mi hanno chiesto chiarimenti alla fine hanno capito. Una cosa mi preme sottolineare».

Che cosa?

«Il fatto che io sia uscito definitivamente dal processo mi porta ad avere ancora un po' di cautela perché il processo è comunque andato avanti per gli altri due imputati. Vedremo quello che succederà. Io sarò sereno del tutto quando ci sarà una loro assoluzione. Mi conforta il fatto che ben due procuratori generali si siano espressi sull'inesistenza del reato. E che ci siano ben 50 testimonianze depositate in tribunale che raccontano che i vertici degli Schützen non hanno mai ricevuto pressioni di tipo elettorale».

Se dovesse tornare indietro?

«E' evidente che non lo rifarei: io con quella associazione avevo rapporti da tempo, avevo scritto un libro su di loro due anni prima. A quel tempo, come è noto, avevano delle difficoltà economiche e la mia disponibilità è stata quella di dare loro una mano. Ognuno la può leggere come vuole: se avessi voluto fare una cosa di altro tipo di sicuro non avrei sottoscritto un documento o fatto dei bonifici bancari».

Lei è tornato a fare politica a tutto tondo: tuttavia in maggioranza non è stato capito il suo recente distinguo sul tema dei vaccini.

«Tema che va a toccare dei padri e delle madri. Non si può, visto che si parla di obbligatorietà, non dire che su questo c’è preoccupazione. Io ho espresso un’obiezione, un diritto alla libertà di coscienza supportata da uno studio che sto cercando di fare e che è in continua evoluzione. La coercizione è inaccettabile per un Paese democratico».

Come vede il centrosinistra attuale? Si parla di ripensarlo, allargandolo alle liste civiche.

«Occorrerà tenere presente i movimenti civici che hanno espresso sindaci importanti. Hanno idee concrete ed utili. Penso alla giunta Valduga e all’ottima sinergia tra Rovereto e la giunta provinciale. Ci vuole una prova di concretezza, di sinergia anche con Bolzano. Il Trentino sotto il profilo dell’autonomia è assediato, aldilà degli schematismi ci vuole uno scatto di novità. Il centrosinistra autonomista è rappresentativo del territorio e il Patt, anche se ha vissuto momenti non facili, ha il vantaggio di essere molto consolidato sul territorio».

La maggioranza provinciale si è detta “danneggiata” dal suo reintegro.

«Io sto lavorando bene, sia in commissione che in aula: l’unico che sembra ribadire questo concetto è Manica, del Pd».

Consigliere l’altro giorno lei era a Bologna, a ricordare la strage di Ustica. Come mai?

«E’ una pagina nera d’Italia e non solo. Anche degli Stati che non hanno voluto collaborare in tutti questi anni al ristabilimento della verità. Io mi sono avvicinato studiando da storico tutta la vicenda ed ora ho voluto, ed era la prima volta, portare al comitato della vittime la mia solidarietà».

Ultima cosa. L’altro giorno lei è stato toncato per il secondo anno di fila. Altri se la sono presa. Lei come ha reagito?

«Ridendo. La satira va rispettata, è una cosa utile. Anzi, mi pare che rispetto ad un tempo se ne faccia poca. Non è escluso che l’anno prossimo vada di persona alla Tonca».













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