«Autonomisti uniti? Ipotesi da non escludere» 

Le tre forze dell’area hanno raccolto 45 mila voti, ma le divisioni sono forti Un accordo in futuro con la Lega? Il segretario Panizza è possibilista



TRENTO. Quarantacinquemila voti, più o meno il 18% dei voti validi. Questo è quanto vale l’area autonomista stando ai risultati di domenica scorsa. Un discreto gruzzolo di voti che, però, è disperso in tre liste separate da un’antipatia viscerale. Un gruzzolo che avrebbe portato gli autonomisti a essere la seconda forza in Consiglio provinciale. Il condizionale, però, è più che d’obbligo, visto che le antipatie e l’odio reciproci si sono dimostrati un muro talmente alto da scalare che hanno condannato gli autonomisti all’irrilevanza. O quasi. Però, nonostante l’occasione persa, i protagonisti non sembrano ravvedersi. Tanto che continuano a vedere più le cose che li dividono che quelle che li potrebbero unire, se volessero. Il segretario del Patt Franco Panizza è chiarissimo: «Una riunificazione dell’area autonomista non è all’ordine del giorno. Certo, non si può escludere in futuro perché in politica l’arte del fare sintesi è sempre fondamentale. Ma al momento posso dire che non ci sono i presupposti. Del resto c’è chi è uscito danneggiando il Patt e cercando di portare via voti. Mauro Ottobre in poco tempo aveva fatto una brillante carriera. Era riuscito a diventare prima assessore ad Arco, poi consigliere provinciale e infine deputato. Però non si è accontentato e ha cercato di conquistare il partito, ma quando è stato sconfitto al congresso si è messo in rotta di collisione con il resto del Patt. E non credo che la cosa possa essere recuperata in qualche modo. Ormai la sua traiettoria è del tutto lontana dal Patt».

Discorso diverso, quello che Panizza fa per quanto riguarda Walter Kaswalder e i suoi Autonomisti Popolari. Del resto Kaswalder è entrato nel Patt nel 1974, ai tempi di Pruner, e fa parte della storia del partito autonomista. Per questo per lui Panizza spende qualche parola in più e apre anche alla possibilità di una riunione, anche se molto difficile: «Walter Kaswalder, invece, non ha retto alla sfida del governo. Si è reso portavoce di istanze di protesta contro l’azione di governo del presidente Rossi e di tutta la giunta provinciale, quindi non aveva senso che rimanesse nel partito che continuava ad attaccare. Dopo queste elezioni non vedo le condizioni perché queste cambino, ma non si può mai escludere questa eventualità».

E’ vero infatti che Kaswalder ha preso da solo 7600 voti ed è riuscito a costruire un soggetto politico credibile e riconoscibile in gran parte del Trentino. Cosa che, invece, non è riuscita a Mauro Ottobre, che pure ha preso più di 5 mila voti con la sua Autonomia Dinamica, una forza che però ha conquistato consensi soprattutto nel basso Trentino, area di origine di Ottobre e di Claudio Civettini, altro protagonista dell’avventura di Autonomia Dinamica, pur non essendo certo un autonomista, dove è stato costretto a rifugiarsi dopo il veto sulla sua candidatura nella Civica Trentina da parte della Lega e di Maurizio Fugatti.

Ma comunque anche tra in transfughi non c’è nessuna voglia di tornare all’ovile. A dirlo chiaramente è Kaswalder: «Io in questa campagna ho lavorato un sacco. Anche prima delle elezioni ho battuto tutto il Trentino. Laddove ero debole ho cercato di strutturare il partito e di costruire una formazione forte. Abbiamo messo in piedi parecchie sezioni sul territorio. Ma soprattutto abbiamo elaborato un progetto politico e un’alleanza che tiene conto delle prerogative autonomistiche di questa terra. Abbiamo stretto un patto direttamente con Salvini che ha firmato un accordo che riconosce l’Autonomia e si impegna a difenderla. Il Patt non aveva ottenuto gli stessi impegni dal centrosinistra. Non c’era nessun accordo scritto, nessuna firma. Io invece li ho pretesi perché ho imparato dal dottor Pruner che bisogna lottare per la propria terra e non bisogna farsi ingannare. Adesso, quindi, non avrebbe senso tornare indietro. Noi siamo veri autonomisti e difenderemo l’Autonomia nel centrodestra».

Panizza, però, guarda anche lui alla Lega e non esclude che in un futuro non possa esserci un tratto di strada fatto in comune proprio nell’interesse dell’Autonomia: «Noi al momento staremo all’opposizione. Il voto dei trentini è stato chiaro, hanno la maggioranza, governino. Vedremo come si comporteranno con l’autonomia. Se la Lega la rispetterà e la farà crescere in un futuro potrebbe anche esserci un accordo. Per ora, però, stiamo a vedere come si comportano e restiamo all’opposizione».

(u.c.)













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