Autobus, sciopero per 3 autisti su 4
Alta l’adesione per il trasporto urbano. Allocca di TT: «Azione disdicevole». Givoli di Faisa: «Basta imposizioni»
TRENTO. Circa 300 dipendenti di Trentino Trasporti, pari al 31% della forza lavoro presente, hanno aderito ieri allo sciopero dalle 11 alle 15 indetto dai sindacati autonomi Faisa-Cisal, Orsat e Sult. A fare la parte del leone il personale del servizio urbano, con il 74%; percentuali minori per extraurbano (12), periferia (41), viaggiante ferrovia (12), officina (10) e impiegati addetti alle biglietterie (5). Dati che differiscono da quelli forniti dal sindacato (85% per l’urbano), ma non opinabili poiché «riscontrabili a libro unico del lavoro», puntualizza Mauro Allocca, direttore di Trentino Trasporti.
I disagi non sono mancati: «Gli utenti non hanno trovato i mezzi per il rientro, soprattutto all’uscita da scuola, e si sono dovuti organizzare con veicoli propri o attendendo dopo le 15».
È la terza astensione dal lavoro, ma finalmente si stanno aprendo spiragli: «Non abbiamo mai negato la nostra disponibilità a trattare», afferma Allocca. «A breve indiremo una convocazione del sindacato e speriamo di arrivare a un risultato accettabile. Fermo restando che i recuperi dei famosi 24 minuti per ogni turno, che agli autisti vengono pagati, li dobbiamo recuperare, perché il nostro obiettivo è di mantenere l'azienda efficiente». Quanto alla precarietà, «è un pretesto sindacale, perché noi stiamo andando a trasformare i contratti a termine in tempi indeterminati, mano a mano che scadono quelli di 36 mesi, compatibilmente con le esigenze di organico. Ad oggi non è rimasto a casa nessuno: perciò ritengo che scioperare, in un contesto in cui gli operai nelle fabbriche perdono il posto di lavoro, è a dir poco disdicevole».
Di tutt’altro avviso Michele Givoli, segretario della Faisa-Cisal Trento. «Noi siamo disposti a contrattare, ma una cosa è l'imposizione, un'altra è la discussione». Questo per quanto riguarda il metodo. Ci sono poi questioni di merito: «La disdetta del contratto di secondo livello interessa gli autisti del servizio urbano, ma c'è il timore fondato che venga estesa alle altre aree. Fare questo in una società produttiva, dove il bilancio è positivo da quattro anni, è fuori luogo. Si spera che non vadano oltre, ma una risposta bisognava darla. E ci lascia perplessi che le sigle confederali non abbiano aderito». Sulla regolarizzazione dei precari, «sarebbe stato vergognoso non assumere chi ha lavorato per 36 mesi più 8 di proroga, anche perché i servizi vengono garantiti proprio grazie ai 40 autisti a tempo determinato». C’è infine il nodo dei risarcimenti danni in caso di incidenti per colpa, «che l’azienda continua a fare pagare agli autisti».