Aumentano gli incidenti sul lavoro
In controtendenza con l'Italia. Colpiti soprattutto donne e stranieri
TRENTO. In Trentino si è interrotto il trend in calo degli infortuni sul lavoro che aveva caratterizzato gli anni passati. Il 2010 segna purtroppo un incremento del 2,7 per cento rispetto al 2009, con 10.405 denunce. Un dato in controtendenza rispetto a quello italiano, dove si osserva una flessione del 1,9%. La maggior parte degli incidenti si verifica nelle industrie manifatturiere, nel settore delle costruzioni e nel commercio. Aumentano gli infortuni delle donne e degli stranieri e gli incidenti mortali nel tragitto casa lavoro. In calo invece gli infortuni mortali (da 17 a 8).
Questo il quadro descritto ieri dal direttore provinciale dell'Inail di Trento Fabio Lo Faro che sottolinea come, in questa situazione economica di crisi, siano diminuiti gli incidenti mortali, dai 17 del 2009 agli 8 del 2010. In quattro casi si è trattato di vittime straniere. Da specificare anche il fatto che in tre casi il decesso del lavoratore è da collegare alla circolazione stradale, con un particolare caso avvenuto in itinere.
«A preoccuparci è l'aumento degli infortuni ai danni delle donne e dei lavoratori stranieri, che forse rischiano di più degli italiani per tenersi il lavoro, e gli infortuni stradali o nel tragitto casa lavoro», spiega Lo Faro, che per novembre ha organizzato un corso di guida sicura di una giornata con la Polizia stradale. Vi parteciperanno 400 lavoratori.
In un'ottica di genere si rivela un andamento non uniforme. Nei settori dell'industria e dei servizi, l'incremento degli infortuni riguarda gli uomini, viceversa in agricoltura e negli uffici pubblici statali aumentano le denunce da parte delle donne. In crescita anche il dato relativo agli infortuni dei lavoratori stranieri: si passa dai 2.106 casi del 2009 ai 2.245 del 2010 (+6,6%), aumento significativo nell'agricoltura, ma anche nelle costruzioni, alberghi e ristorazione. I più a rischio restano i romeni, gli albanesi e i marocchini.
Per quanto riguarda le malattie professionali, si assiste ad un aumento dei casi denunciati che passano dai 293 del 2009 ai 335 del 2010, con un aumento del 14,3%. Un'impennata c'è stata delle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico, ma anche ipoacusia da rumore e malattie respiratorie. «L'aumento è favorito dal fatto che sono state riconosciute nuove malattie da indennizzare, come il mal di schiena», spiega ancora il presidente dell'Inail Lo Faro.
L'età più a rischio è quella tra i 35 ai 49 anni nell'industria, mentre nell'agricoltura dai 50 ai 64 anni. "«e si incrociano i dati degli infortuni con il numero degli addetti - aggiunge il responsabile della prevenzione dell'Inail, Silvio Bertoldi - si può notare che si registrano più infortuni nell'industria del legno, nell'agrindustria e nella trasformazione. Se invece si incrociano i dati con le giornate di lavoro perse, il settore con gli incidenti più gravi è quello delle costruzioni».
Infine le ispezioni. L'attività svolta nel 2010 dall'Inail ha interessato il controllo del lavoro nero, l'elusione contributiva e la qualificazione dei rapporti di lavoro. Sono stati compiuti 103 accessi ispettivi con il risultato che l'88,4 per cento delle aziende trentine è risultata irregolare.