Attentato incendiario al traliccio Tim
Rogo nella notte vicino al poligono. Probabile la matrice anarchica del sabotaggio con una scritta: «No nocività»
ROVERETO. «No nocività». Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso, ma quella scritta tracciata con lo spray nero ai piedi del traliccio telefonico incendiato nella notte tra venerdì e sabato, alla Baldresca, lascia pochi dubbi sugli ambienti da cui arriva chi ha appiccato il fuoco all'impianto. L'incursione è stata portata a segno poco prima della mezzanotte. I sabotatori hanno raggiunto l'altra struttura metallica, su cui si trovano cavi e attrezzature di Tim e anche di H3G, hanno scavalcato la recinzione metallica e, una volta dentro, hanno cosparso di materiale infiammabile il fascio di cavi che sale fino ai ricevitori posizionati alla sommità della torre metallica. Forse sono stati traditi dal buio o forse ignoravano che da qualche anno l’impianto è utilizzato anche dall’H3G, ma gli autori dell’incursione hanno completamente ignorato i cavi di quest’ultimo gestore, rivolgendo le loro attenzioni solo a quelli della Tim. Cosa abbiano utilizzato per far sì che le fiamme si impadronissero in fretta delle guaine plastiche che avvolgono i fili lo stabiliranno le analisi dei carabinieri del Nucleo investigazioni scientifiche di Trento che, sia nella notte che ieri mattina, hanno raccolto campioni di materiale e di frammenti di plastica (forse i contenitori in cui si trovava il combustibile) e nelle prossime ore li analizzeranno.
Certo è che le fiamme si sono presto impossessate dell’intero traliccio e, nel giro di pochi minuti, hanno squarciato il buio della notte, visibili anche da diversi chilometri. Tra i tanti che hanno subito notato l’alto rogo anche, e per fortuna, i vigili del fuoco volontari di Rovereto che, dalla loro caserma di via Abetone, pochi minuti prima della mezzanotte, hanno visto l’incendio e inviato sul posto una squadra con l’autobotte. Tutt’altro che facili, però, le operazioni di spegnimento sia per la posizione del traliccio, che si trova proprio dietro il poligono di tiro e non è avvicinabile con un automezzo, e sia per la sicurezza. Alimentato con tensione a 500 volt, infatti, l’impianto in fiamme non poteva essere spento con l’acqua, almeno fino a quando non fosse stata interrotta l’alimentazione, i pompieri hanno dovuto utilizzare gli estintori a polvere. Otto uomini, che poi hanno potuto contare su una microautobotte, hanno lavorato fino alle 3.20 del mattino per spegnere le fiamme e per la successiva, delicata bonifica. Le norme di sicurezza impongono che, dopo l’incendio, un impianto come quello della Baldresca non possa essere avvicinato per cinque ore. Sul posto, sono subito arrivati anche i carabinieri .
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