Assegno sociale, ma vivevano in Albania
Anziana coppia condannata. Hanno percepito 25 mila euro in 5 anni, dovranno restituirli all’Inps per evitare il carcere
ROVERETO. Secondo la Procura, l’anziana coppia albanese avrebbe percepito in modo irregolare l’assegno sociale dell’Inps. Il gup Riccardo Dies ha accolto le istanze dell’accusa, condannando lui, 78 anni, a 10 mesi di reclusione e la moglie, 71 anni, a 8 mesi, con al sospensione condizionale vincolata alla restituzione delle somme incassate in cinque anni.
Era accaduto che entrambi avessero fatto richiesta di assegno sociale per indigenza all’istituto nazionale di previdenza, che tra il 2010 e il 2015 ha erogato all’anziano 19.812,50 euro, e alla moglie 6.750,42 euro. Queste somme però erano vincolate alla permanenza prevalente in Italia dei richiedenti. I quali però nella loro casa di Rovereto ci stavano pochino. Giusto qualche settimana, per poi ripartire alla volta dell’Albania, dove trascorrevano mesi interi. Questo almeno fino a quando un controllo dell’Inps ha verificato le condizioni di godimento dell’assegno sociale, scoprendo che l’anziana coppia - tutt’ora di nazionalità albanese, dato che non hanno finora ottenuto quella italiana - se ne stava in patria per gran parte dell’anno. Dopo aver raccolto le prove della loro frequente assenza da casa, l’Inps ha segnalato l’anomalia alla Procura, che ha indagato l’anziana coppia accusandola di aver percepito l’assegno sociale in evidente violazione delle norme. Il giudice Dies si è trovato di fronte un caso piuttosto complesso, se non altro per la normativa stessa, che appare assai intricata e tutt’altro che facile da interpretare. Su un fatto però non ci sono dubbi: che per godere dell’assegno sociale bisogni risiedere in Italia, esclusi brevi periodi di ferie. La coppia invece risiedeva molto spesso in Albania (secondo gli inquirenti, molto più spesso che in Italia) e ciò ha fatto scattare la denuncia penale.
A rendere ancora più complicata la vicenda, l’Inps non si è costituita parte civile, rendendo così impossibile una sentenza che prevedesse il risarcimento diretto del danno subito dall’istituto di previdenza. Nella condanna, il giudice ha però vincolato la sospensione condizionale delle pene comminate all’uomo e a sua moglie (finora incensurati) alla restituzione di quanto percepito in maniera indebita. Vale a dire che per evitare di finire in carcere l’anziana coppia dovrà restituire per intero le somme incassate in cinque anni: circa 25 mila euro, che la coppia - stiamo parlando di anziani indigenti, tanto da avere i requisiti tecnici per accedere all’assegno sociale - dovrebbe dunque versare all’Inps per evitare ulteriori guai con la legge. La difesa ha cercato di argomentare che marito e moglie (allo stato attuale, tutt’ora in Albania) erano ignari delle condizioni poste dall’Inps, ed erano dunque in buonafede. Ma di fatto la norma è stata violata, e ora per evitare la reclusione dovranno pagare. ©RIPRODUZIONE RISERVATA