Assalto ai bancomat con il gas: 2 in cella
I carabinieri hanno fermato due moldavi, un terzo è ricercato. L’ultimo colpo a Vigo di Ton aveva fruttato 30 mila euro
TRENTO. Quattro colpi ai danni di altrettanti sportelli bancomat della regione. Quattro esplosioni a base di acetilene nel cuore della notte per rubare decine di migliaia di euro. Di questo sono accusati due moldavi, entrambi residenti nel veronese, che sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Bolzano e un terzo è ancora ricercato. Un’indagine a respiro regionale quella dei carabinieri che, però, ha radici trentine. Era il 12 ottobre quando un’esplosione aveva svegliato gli abitanti di Vigo di Ton. Un’esplosione che aveva aperto lo sportello bancomat e che aveva permesso ai ladri di portar via circa 30 mila euro. Dopo il colpo erano partite le indagini per arrivare all'individuazione dei ladri che erano scappati fra i meleti. «In quell’occasione l’operazione, che vide il prezioso contributo dei carabinieri del comando provinciale di Trento, della Compagnia di Cles, del terzo nucleo elicotteri di Bolzano e di squadre del settimo reggimento carabinieri di Laives, ha consentito - viene spiegato dall’Arma - di identificare i due presunti autori, ma le indagini sono proseguite con grande scrupolo, per raccogliere un quadro probatorio ampio e solido su tutta la banda. I colpi compiuti dalla banda erano caratterizzati da grande rapidità di azione, con volto coperto e l’adozione di precauzioni per non lasciare tracce sul luogo del delitto. Gli autori introducevano con un tubo il gas all’interno dei bancomat, provocando poi una deflagrazione che in alcuni casi ha divelto il bancomat, ma sempre ingenerando danni rilevanti ai locali, esponendo a pericolo chiunque si trovasse per caso a transitare, in quell’orario notturno, nella zona». I colpi che vengono contestati ai tre, oltre a quello di Vigo di Ton, sono quelli a Barbiano, a Vandoies e Villandro, tutti in Alto Adige e tutti messi a segno fra il 29 settembre e il 12 ottobre. A quanto pare la banda faceva dei sopralluoghi nei giorni precedenti al colpo per capire quale fosse il bancomat che avrebbe permesso di portare a casa il bottino più ingente. Il gip di Bolzano ha riconosciuto la sussistenza delle condizioni della custodia cautelare, in ragione del pericolo di reiterazione del reato ma anche di quello di fuga. In considerazione del modus operandi e della gravità dei fatti contestati (dai quali si desume un accentuato spessore e capacità criminale del gruppo, viene spiegato), il giudice ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel corso delle operazioni di arresto i carabinieri hanno trovato numeroso materiale che costituisce un riscontro alle indagini: tute, passamontagna, radio portatili, tubi e cavi elettrici identici a quelli utilizzati per le azioni criminali, ed anche una pistola a salve con il relativo munizionamento.
Le indagini comunque vanno avanti perché non si possono escludere altri colpi della banda fuori regione.