Asilo nido roba da ricchi E c’è chi ripiega sui nonni

L’aumento delle rette calcolate applicando l’Icef ha indotto alcuni genitori a ritirare i figli. «Chi ha il mutuo per la casa paga poco meno dei milionari»



RIVA. Quando ai primi di settembre è ripartita dopo l'interruzione estiva l'attività nei due asili nido rivani, Lago Blu e Sant'Alessandro, le centoventi famiglie che usufruiscono del servizio, sbrigate le solite pratiche per l'iscrizione, si sono trovate sotto gli occhi i preventivi delle rette, non hanno potuto che constatarne l'aumento: tanto pesante da costringere qualcuno a fare retromarcia.

Alcuni (non meglio precisati) genitori di Riva hanno preso carta e penna per denunciare che ormai l'asilo nido è roba da ricchi. «Che il servizio di asilo nido -scrivono- nel nostro comune abbia uno standard molto elevato, per il quale ringraziamo le amministrazioni, è indubbio. Che le rette siano in molti casi raddoppiate dallo scorso anno è deplorevole. Fatto sta che alcuni genitori che hanno trovato tra le disponibilità del parentado una qualche alternativa hanno deciso di ritirare il proprio figlio dall'asilo, facendolo rinunciare ad un'esperienza educativa e sociale di grande importanza: Tutto è nato dalla variazione del sistema di calcolo delle rette, da quest'anno obbligatoriamente per tutti i comuni della provincia elaborato sulla base dell'odiatissimo Icef. Un indicatore sul quale pesa in grande misura il possesso di una casa (la prima) ma che tiene in bassissimo conto che su quella stessa casa si paghi un mutuo corrispondente a buona parte delle entrate mensili della famiglia. Molte famiglie appartenenti al cosiddetto ceto medio, composte da due genitori dipendenti e con gli stessi identici redditi dell'anno precedente, si sono trovate un aumento della retta tutt'altro che insignificante, passando da 250-300 euro mensili a 450-500. Si aggiunga che avendo le amministrazioni abbassato il tetto massimo, figli di milionari si trovano a pagare un mensile di qualche decina di euro superiore ai figli di genitori normali. E' questa equità sociale? E' questo un servizio pubblico? Come possono i nostri governanti essere così ciechi? E allora chi trova altre vie le percorre e che l'alternativa non ce l'ha stringe i denti e va avanti».

L'assessore Renza Bollettin, che segue per conto dell'amministrazione comunale anche gli asili nido, si trova fuori Riva e ieri non era raggiungibile per un chiarimento sulla situazione locale.

Da parte degli uffici municipali, ai quali ci siamo rivolti, solo due considerazioni: l'applicazione dell'Icef in sostituzione della semplice dichiarazione dei redditi è obbligatoria: nessuna possibilità di scelta è lasciata alle amministrazioni locali. In secondo luogo non risultano comunicazioni di rinunce (che peraltro non sono obbligatorie).













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