Asfalto mangiasmog, il Comune paga
Al bar di via Perini 7200 euro di risarcimento. E l'esperimento è fallito
TRENTO. La sperimentazione è durata lo spazio di un anno: risultati deludenti - l'asfalto mangiasmog di polveri ne ha «mangiate» poche - e costi elevati. Ma ora il Comune di Trento si ritrova anche a dover risarcire il bar «Happy Hour» di via Perini: 7.200 euro per i danni subiti dal locale a causa delle polveri dopo la posa del prodotto.
Dopo i soldi versati ai privati per l'esproprio dell'ex Zuffo, ieri per la seconda volta in un mese il consiglio comunale ha approvato un debito fuori bilancio, ovvero una spesa non prevista. Era l'agosto 2007 quando in via Perini cominciarono i lavori di asfaltatura con il «Fotofluid», prodotto fotocatalitico che avrebbe dovuto ridurre la presenza nell'aria delle famigerate polveri sottili. I tavolini del ristorante Happy Hour furono temporaneamente rimossi per consentire la posa del prodotto, ma nei giorni successivi l'amara sorpresa fu che - invece di ridursi - le polveri aumentavano, sollevandosi dalla strada. Il Comune corse ai ripari con il lavaggio strade, ma il bar presentò il conto: risarcimento danni per i mancati introiti a causa della presenza di polveri sui tavolini e per il danno all'immagine, totale 34 mila euro. Il tribunale ha condannato il Comune a pagare il 60% del mancato guadagno (7 mila euro) e 200 euro di danno per il canone di concessione suolo pubblico inutilmente pagato nel periodo dei disagi.
Va così definitivamente in archivio la sperimentazione dell'ecoasfalto. Un prodotto a peso d'oro (96 mila euro a chilometro) che non ha dato i risultati sperati. E non è andata molto meglio in via Brennero, dove sono stati sperimentati altri due prodotti, Biofix e Cma, nebulizzati sull'asfalto per ridurre la risospensione delle polveri in aria.
Allora furono molti i dubbi in Comune, a cominciare dall'allora presidente della commissione ambiente Graziano Agostini per il quale Trento avrebbe potuto attendere la sperimentazione di Rovereto evitando di spendere soldi senza avere certezze. Ma da Forza Italia ai Leali, un fronte bipartisan spinse per la sperimentazione, tanto che l'asfalto mangiasmog divenne un cardine dell'accordo che salvò il bilancio. Nel 2008 fu l'Agenzia per l'ambiente a decretare che la sperimentazione non aveva prodotto «variazioni significative». E l'allora assessore all'ambiente Aldo Pompermaier disse: «I risultati sono stati deludenti ed è un segnale sbagliato ai cittadini, che possono continuare a usare l'auto». Lo stesso che oggi ripete l'assessore Michelangelo Marchesi: «A fronte di un costo elevato, non sono stati ottenuti grandi risultati. E comunque io sono da sempre scettico perché non si tratta di un'azione di prevenzione». Discorso chiuso, insomma. Con 7.200 euro di danni.