Arriva il «manifesto per il Trentino» del professor Gios
Corteggiato da Civiche e M5s, sta preparando una proposta E per il suo «terzo polo» le incognite sono Kaswalder e Borga
TRENTO. «Un manifesto per il Trentino». E’ il documento d’intenti che si appresta a mettere a disposizione del (magmatico) mondo politico Geremia Gios. Già, proprio il professore a cui guardano con interesse sia le liste civiche che i Cinquestelle. Gios con la mossa del manifesto programmatico, oltre a tenersi le mani libere rispetto a quanti lo vorrebbero irregimentare, si porterebbe avanti con una serie di punti proposti sul tavolo di una discussione ancora super fluida. Accompagnandolo con una sorta di «alzi la mano chi ci sta».
Il documento, che vedrà la luce nelle prossime settimane, potrà essere d’interesse per un centrodestra che guarda ad ottobre all’insegna dell’«ora o mai più». Ma il manifesto potrà servire da collante ai Kaswalder, ai Borga, alla ricerca di un’unità non di facciata per provare a vincere la corsa per la Provincia e, allo stesso tempo, bisognosi di mantenere un’identità che consenta loro di non essere fagocitati dalla Lega ammazzatutti di Salvini. Si vedrà.
La sberla del 4 marzo ha tramortito un centrosinistra che cerca di ripartire dalle fondamenta, ma sembra aver convinto chi sta all’opposizione che per invertire lo status quo occorre mettere in campo una proposta ampia. Il più larga possibile: «Io vorrei che dopo vent’anni in cui in Trentino ha governato la sinistra, con il Patt, si potesse avere anche qui quell’alternanza di governo che è uno dei fondamenti delle democrazie» nota Walter Kaswalder, nume titolare di Autonomia popolare che, non è un segreto, in questi mesi, ha parlato più volte anche con Gios: «Noi parliamo con tante persone e non è un mistero che ci siamo visti con il professore. Un confronto attento che, per ora, non ha portato ad alcuna conclusione. Ci sono molte variabili in campo. Se debbo dire la mia, ad oggi, preferirei un centrodestra molto largo, lo vedrei più competitivo rispetto ad un ipotetico terzo polo. Ma, ripeto, le variabili sono ancora molte».
A Kaswalder, cui la Lega aveva proposto un seggio alle politiche in Valsugana, saranno fischiate le orecchie per non aver accettato l’offerta: «Eh, l’ho detto a Salvini al telefono, congratulandomi per il successone. Detto cosa? Che non solo non sono pentito ma che tengo tanto ad un progetto condiviso per ottobre che, se serve, potrei anche fare a meno di candidarmi alle provinciali».
Ma Kaswalder apparso sul palco al fianco di Salvini quest’estate a Pinzolo, ha lasciato però libera la poltrona riservata a suo nome, sere fa, alla Cooperazione: «Proprio per garantire una proposta ed una presenza agli autonomisti che non ne possono più di stare con la sinistra, noi non possiamo entrare nella Lega. Possiamo affiancarci, ma nostro compito è dare voce a coloro che si sentono traditi dalle scelte di Panizza e di Rossi. Proprio il governatore, alla stregua di Renzi, ha abusato dell’io, del parlare in prima persona. Bene fare teoremi sull’ Autonomia ma alla gente interessano la sicurezza e la qualità dell’offerta sanitaria».