ARCO. Tra qualche settimana apriranno i battenti il sedicesimo e diciassettesimo negozio di arrampicata sportiva nel centro storico di Arco. Era già un record europeo, quello della maggiore densità di attività commerciali di questo genere in uno spazio così limitato e di conseguenza anche quello del volume di affari, ora il primato è ancora più solido, praticamente a livello mondiale.

E' un fenomeno tutt'altro che nuovo, di cui si è già ampiamente trattato, ed oggi non fa quasi più notizia l'ennesima apertura di un'attività legata al mondo del climbing (nello specifico: al posto dell'ex Zamboni di via Galas arriverà un punto Montura e nei locali lasciati liberi dalla gioielleria Marconi, che si è spostata in via Segantini, aprirà il Climbing Village, 300 metri quadrati distribuiti su due piani, quinto punto vendita della catena Red Point). Arco, dunque, è sempre più legata all'arrampicata sportiva che garantisce promozione territoriale e ricaduta economica (basta chiedere a bar, pizzerie, gelaterie, librerie ma anche agli altri negozi per avere un'idea dell'importanza vitale di questo settore per la città). Nei giorni scorsi, però, si è sollevata qualche voce di contrarietà da parte di alcuni esercenti del centro storico. La protesta non riguarda la tipologia commerciale e men che meno i soggetti che apriranno i nuovi negozi (nulla da eccepire, anzi, tanto di cappello); chi contesta se la prende esclusivamente con l'amministrazione comunale per la calendarizzazione dei lavori di ristrutturazione degli spazi vendita. Lo stesso discorso vale per tutti i lavori edili in centro storico, quindi la polemica non risparmia neppure il cantiere di palazzo Marchetti. «Avviare cantieri in centro storico – spiegava, nei giorni scorsi, un esercente – nel pieno della stagione turistica non è certo il massimo della vita. Magari era il caso di aspettare qualche settimana anziché operare nel mese di luglio che per noi è strategico».

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