Arco, vince quattro milionicon un Gratta e vinci da 20 euro
E' un impiegato cinquantenne con moglie e due figli, frequentatore abituale della tabaccheria de Vilos al ponte di Arco
RIVA. E’ entrato alla tabaccheria de Vilos - al ponte di Arco - attorno alle otto e mezza. Come tutti i sabati, quando - oltre al quotidiano (o anche due) di ogni santo giorno - mette mano al portafogli per comprarsi una grattatina portafortuna. Ieri ha scelto la più costosa, un tagliandone da 20 euro del «Magico Natale», edizione a tiratura limitata messa in circolazione da Lottomatica già mesi prima delle festività di fine anno.
Il cliente, un arcense sulla cinquantina, s’è fermato sul posto a eseguire il rito che fa sempre un po’ alzare la frequenza cardiaca: con una monetina ha spazzato via la pellicola che copre i numeri, e ha confrontato i «Numeri vincenti» di sinistra con «I tuoi numeri» di destra. Racconta Gabriele de Vilos: «E’ visibilmente sbiancato, s’è pesantemente seduto su uno sgabello, e mi ha detto di guardare. C’era il numero 11 ripetuto nelle due parti che formano il primo dei tre giochi disponibili sul tagliando. Insomma, il mio cliente aveva appena messo le mani su quattro milioni di euro, uno sull’altro».
Una montagna di denaro esentasse: né Iva, né Irpef. Una vincita da capogiro, una delle sole 10 messe in palio dal concorso in tutta Italia, una delle 6 ancora da scoprire dopo che venerdì un altro figlio prediletto della dea bendata se n’era aggiudicato uno a Ostra, provincia di Ancona.
Sul banco dell’affollata ricevitoria dei tre fratelli de Vilos - la nº 370 - ce n’era ancora una manciata appena, di questi super grattaevinci. Uno nascondeva il tesoro.
«Il vincitore ci ha detto di avere comprato il costoso biglietto perchè avvertiva come una sensazione, un presentimento - dice Paola, cui è intestata la licenza per giochi e scommesse. - Si sentiva in giornata e ha voluto puntare dritto lì. Sono felice perchè qui si gioca tanto ed era ora che si fermasse una somma di denaro così rilevante».
In questi casi i giornalisti scrivono che in città è partita la caccia al milionario. I de Vilos - e solo loro, perchè pare che gli altri avventori presenti non si siano accorti dell’accaduto - lo conoscono bene. Né povero né ricco, impiegato e dipendente con moglie e figli (una è femmina), abita «in zona» - dicono i de Vilos - ma pare pressochè certo che stia dalle parti di Arco. Giocatore regolare ma non incallito come tanti (come troppi), è semmai uno di quelli che calibra l’investimento e non eccede. Fino a ieri piuttosto fortunato, visto che un annetto fa aveva grattato mille euro. «Un bel sospiro - commentò allora - almeno per un mese figli e Università non mi assilleranno».
D’un colpo, ora l’uomo è un signor Gastone. Passerà ad abbracciare chi gli ha cambiato la vita? Concederà loro una piccola parte del bottino?
«Ma va là - dice Giancarlo - vedrai che a noi non ne verrà nulla. E comunque il regolamento dei giochi non prevede un solo euro per i rivenditori. Il vincitore andrà a Roma per farsi consegnare sull’unghia i 4 milioni, oppure potrà rivolgersi a un qualsiasi sportello di Banca Intesa. Una volta queste vincite si incassavano con tempi lunghi, adesso la procedura è veloce. Quanto a noi, ci va bene lavorare come stiamo facendo: siamo qui dal 1980, quando rilevammo la licenza di Italo Morandi. Allora si trattava di una semplice edicola, gestita ancor prima da una signora svizzera: ecco perchè gli arcensi ci indicano ancora tutti come l’edicola “alla svizzera”».
Ora il nome è ancor più dovuto: dai de Vilos è stato davvero come mettere le mani in una banca elvetica