Aquafil, la crisi è in arrivo Sacrifici per i lavoratori
Previsto un calo a doppia cifra delle vendite. L’azienda punta a ridurre i costi e propone il contratto di solidarietà: busta paga più bassa ma niente esuberi
ARCO. Lavorare meno per lavorare tutti. E' questa la ricetta individuata dall'Aquafil di Arco per fronteggiare una crisi economica sempre più devastante. Ieri mattina, negli uffici trentini di Confindustria, i vertici della multinazionale – ai primi posti a livello mondiale nella produzione di fibre sintetiche, con oltre 500 dipendenti in organico nello stabilimento del Linfano – hanno incontrato le tre organizzazioni sindacali e la Rsu aziendale per fare il punto della situazione e pianificare le mosse future. L'amministratore delegato Adriano Vivaldi ha tracciato i contorni della contrazione che subirà il mercato nel corso del 2013. Secondo le previsioni degli analisti la crisi economica, nei prossimi mesi, coinvolgerà anche il nord dell’Europa, area di riferimento dell’Aquafil nella commercializzazione della fibra Nylon 6, utilizzata nell’edilizia per la realizzazione di pavimentazioni tessili. Impietosi i dati snocciolati da Vivaldi: è attesa una flessione del mercato tra il 10 e il 20 per cento mentre quest’anno ci si è fermati intorno all'8 per cento. Per limitare i danni il management arcense ha deciso di intensificare l'esportazione verso gli Usa e l'Asia, dove la richiesta tiene ancora botta. Una soluzione che ha come controindicazione il sensibile aumento delle spese (dai trasporti ai dazi fino alle materie prime). L’azienda si vedrà costretta, quindi, a ridurre i costi della manodopera per uno-due anni, a partire da gennaio. Da qui la proposta di ricorrere al contratto di solidarietà al posto della cassa integrazione e di misure ben più drastiche. Tradotto in soldoni ai dipendenti - dagli operai agli amministrativi - verrà chiesto un sacrificio economico (ancora da stabilire) al fine di mantenere intatta la componente occupazionale. Si lavorerà (e guadagnerà) meno ma si lavorerà tutti. «E’ una medicina amara - hanno spiegato i sindacati alla fine dell’incontro - ma è anche il male minore». Nei prossimi giorni la proposta verrà discussa con i lavoratori nelle varie assemblee. (gl.m.)