Appalti sospetti, chiesto il giudizio per 16 

Sono docenti, dirigenti e ricercatori dell’università, ma anche professionisti. Stralciata la posizione di Marco Tubino



TRENTO. La Procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio di 16 persone, tra docenti, professionisti, ricercatori e una società, nell’ambito dell’ inchiesta sull’ Ateneo relativa a tre filoni di indagini condotte dalla Guardia di Finanza: appalti pubblici, doppio lavoro in università ed incarichi pilotati. I fatti contestati risalgono agli anni 2012 -2017. Invariato l’impianto accusatorio, i reati vanno dal falso ideologico alla turbativa d’asta, dall’abuso d’ufficio alla corruzione. Rispetto alle accuse iniziali, la Procura ha fatto uscire da questo procedimento due persone, per le quali verosimilmente si profila una richiesta di archiviazione. Stralciati dalla richiesta di rinvio a giudizio Marco Tubino, 60 anni, direttore del Dipartimento di Ingegneria e Walter Boller, 64 anni, project manager del progetto «Le Albere».

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda: Rinaldo Maffei, 62 anni, già dirigente del servizio appalti dell’università; Lucilla Giuri, 49 anni, già responsabile segreteria del servizio appalti; Gianfranco Bertuol, 69 anni, amministratore dello Studio tecnico Bertuol. Sono indagati nel filone d’inchiesta relativo agli appalti pubblici.

Mosè Ricci, 62 anni, docente universitario, commissario d’esame; Giorgio Cacciaguerra, 71 anni, docente universitario, commissario d’esame; Giuseppe Scaglione, 63 anni, docente di Ingegneria. Sono indagati nell’ambito del doppio lavoro in ateneo. Ricci e Cacciaguerra figurano anche nel filone che riguarda gli incarichi pilotati, dove compaiono, nella richiesta di rinvio a giudizio anche: Claudia Battaino, 55 anni, docente universitario, commissario d’esame; Alberto Birindelli, 38 anni, beneficiario di incarico da parte dell’ateneo; Ermelinda Cosenza, 31 anni, beneficiario di incarico da parte dell’ateneo Mark Sonego, 41 anni, beneficiario di incarico da parte dell’ateneo; Luca Zecchin, 36 anni, beneficiario di incarico da parte dell’ateneo; Bruno Zanon, 66 anni, membro commissione Prg di Trento; Davide Geneletti, 45 anni, membro commissione Prg di Trento; Sara Favargiotti, 33 anni, membro commissione Prg di Trento; Chiara Cortinovis, 32 anni, beneficiaria di incarico Prg da parte dell’ateneo.

I reati contestati a Maffei e a Giuri sono i più pesanti: abuso d’ufficio, falsità ideologica, turbativa d’asta. L’abuso d’ufficio riguarda l’affidamento a professionisti, esterni alla pubblica amministrazione, di una serie di incarichi senza le verifica (prevista dalla legge) delle disponibilità interne alla pubblica amministrazione. In questo caso si profila anche il reato di falsità ideologica perché Maffei e Giuri avrebbero motivato le proprie scelte in relazione al fatto che, a loro dire, all’interno della pubblica amministrazione sarebbero mancate le professionalità adatte all’esecuzione dei compito richiesti.

Le gare d’appalto al centro dell’inchiesta sono quelle che riguardano: Ingegneria, Rettorato, Economia, Buc. Commissionata la predisposizione del progetto esecutivo, veniva disposto il frazionamento del computo metrico, in modo che ogni certificato tecnico si attestasse al di sotto della soglia di 50 mila euro. I lavori si potevano così affidare senza ricorrere ad alcuna procedura concorrenziale.(f.q.)













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