Anoressia, la storia di Sabrina a RaiUno
La mamma Annalisa ospite di Lorella Cuccarini ieri a «Così è la vita»
TRENTO. Ricordi, rimpianto, dolore e tanta commozione. È stata senza dubbio un'apparizione televisiva di grande impatto emotivo quella della trentina Annalisa Ravanelli, ieri pomeriggio, nel programma «Così è la vita», condotto da Lorella Cuccarini su Rai Uno. Tema della puntata era l'anoressia e Annalisa era seduta tra gli ospiti per raccontare il calvario di sua figlia Sabrina. Sabrina era una bella ragazza, mora, solare, intelligente.
Aveva mostrato i primi segni di questo terribile disturbo alimentare alla fine degli anni Ottanta e che ha perso la sua battaglia il 23 maggio del 2006, quando è morta al termine di un percorso durissimo in cui, alla fine, scoramento e rassegnazione hanno avuto la meglio sulla voglia di lottare e di vivere che l'avevano sempre accompagnata. Una storia difficile che ha commosso tutti i presenti in studio, soprattutto Margareth, una giovane che la battaglia contro l'anoressia l'ha vinta, ispirando anche il soggetto per una fiction televisiva.
Da lei e dagli altre persone invitate davanti alle telecamere l'unanime appello a non sottovalutare mai i mutamenti comportamentali dei figli e, qualora il problema venga portato alla luce, a non avere paura di parlarne o di chiedere aiuto. «All'inizio non c'è un messaggio chiaro - è stato spiegato - ma è compito dei genitori osservare e monitorare costantemente il comportamento dei propri figli, per capire subito se ci sono anomalie nei loro comportamenti. Prima si riesce a capire cosa sta accadendo e prima è possibile intervenire. E il tempo è fondamentale».
Annalisa, che da anni è volontaria nell'associazione onlus "Arca" per la ricerca del comportamento, ha parlato dei suoi sensi di colpa per non aver capito subito che la malattia non può essere combattuta da soli e aver tentato di aiutare la figlia senza chiedere aiuto a strutture adatte e a persone professionalmente preparate. «Se avessi saputo ciò che ho capito solo dopo avrei chiesto aiuto subito - ha spiegato - invece, credevo di potercela fare da sola, pensavo di essere invincibile». Ma la tristezza negli occhi di Annalisa sparisce quando rivela che a darle la forza di rialzarsi dopo la morte della figlia, di andare avanti e di mettere la propria esperienza a disposizione di giovani e famiglie alle prese con la stessa malattia è stata proprio Sabrina. «Lei è con me - ha rivelato - e mi dà la forza».