Annuncio-shock, Subaru lascia Ala

Tokyo vuole trasferire entro il 30 giugno la sede a Milano. A rischio 45 impiegati. Perdita milionaria per le casse provinciali


di Nicola Filippi


ALA. Quattro righe, un comunicato lapidario da Tokyo per annunciare ai 45 dipendenti della Subaru Italia l’imminente trasferimento della sede lavorativa, da Ala a Milano. Non per la crisi del settore automobilistico, non per un calo di fatturato, non per una difficoltà logistica del sito di Ala. Ma semplicemente per una scelta macro-economica, per una «maggiore reputazione commerciale». La notizia è stata annunciata ieri mattina nella sede di Confindustria dai dirigenti della concessionaria di Ala al sindacalista della Fiom-Cgil, Michele Guarda. Il quale, dopo aver appreso la notizia, è sceso da Trento ad Ala ed ha immediatamente convocato un’assemblea straordinaria, con i lavoratori presenti, per spiegare loro la “doccia fredda”. Un “fulmine a ciel sereno” che ha lasciato senza parole anche l’assessore provinciale all’industria e artigianato, Alessandro Olivi: «Sono arrabbiato e stigmatizzo l’atteggiamento e la scelta dell’azienda, che doveva precedere la decisione con una informativa adeguata e rispettosa del territorio che l’ha ospitata finora». Per le casse provinciali si parla di una perdita milionaria in termini di gettito fiscale. L’assessore Olivi ha solo parole di fuoco: «Probabilmente a Tokyo, guardando la cartina, pensano che lavorare ad Ala o a Milano sia la stessa cosa. Quando le decisioni si prendono da un continente all’altro si pensa che le persone siano dei soldatini che si possono spostare su un plastico. Ma invece sono legate ad un territorio, hanno famiglia, sedimentato rapporti e vita sociale».

Anche Michele Guarda (Fiom-Cgil) va già duro. «Siamo infuriati perché questa decisione non ha alcuna ragione di natura economica, non ha il bilancio in rosso, ma semplicemente Tokyo ha deciso di trasferire la sede legale da Ala a Milano». Nella scelta avrebbe pesato una consulenza, affidata dalla casa madre della Subaru, alla Delloite, la stessa azienda che sta completando per la Provincia uno studio sulle gestioni associate.

Ad Ala lavorano una quarantina di impiegati, addetti allo smistamento delle auto nelle varie concessionarie sparse sullo stivale. Giovani, coppie appena sposate, a due anni dalla pensione, alle prese con mutui e famiglia. Impiegati che, entro il prossimo 30 giugno, dovrebbero prendere tutte le proprie cose e trasferirsi a lavorare a Milano. In Trentino, la casa madre di Tokyo ha deciso di lasciare solo il magazzino dei ricambi con tre persone (forse cinque). Paradossale, ma il magazzino ora è servito da un sottopasso ferroviario nuovo di zecca, inaugurato dalla Provincia e dalla Ferrovia poco meno di tre mesi fa. Dopo la doccia gelata, ora il sindacato reagisce: «Non vogliamo vendere cara la pelle dei lavoratori, noi costringeremo l’azienda a cambiare idea».

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