L'INTERVISTA

Andreolli: "La paura non sia un freno per il Pd"

Il segretario Ds vuole una costituente provinciale del nuovo partito seguendo le indicazioni a livello nazionale, senza ulteriori tentennamenti e distinguo



TRENTO. «I Ds stanno lavorando da un anno per costruire il partito democratico in Trentino. Gli iscritti e i simpatizzanti si sono espressi a larghissima maggioranza per il nuovo soggetto politico». Il segretario dei Ds, Remo Andreolli, vorrebbe schiacciare il piede sull’acceleratore e chiede alla Margherita più coraggio.
 Segretario, cosa sta succedendo, perché non si va avanti?
 Dobbiamo evitare il rischio di essere stretti tra due posizioni: la prima è l’impazienza corrucciata di chi vuole tutto e subito e la seconda è l’attendismo di chi non ha una posizione chiara.
 A chi si riferisce? Beh penso all’impazienza corrucciata di Gianni Kessler, da un lato, e alla prudenza della Margherita dall’altro. Noi dobbiamo cercare di costruire i luoghi del confronto.
 Cosa pensa della posizione della Margherita che chiede di fare un partito federato al partito democratico, con una forte impronta autonomista.
 Noi vogliamo il partito democratico seriamente. Sarà un partito nuovo con un pensiero nuovo. Attorno a questo possiamo ragionare, ma per costruire il partito democratico, non per fare altro.
 Per fare un matrimonio, però, bisogna essere in due e la Margherita, al momento, non sembra molto entusiasta delle nozze.
 
Se qualcuno ha una storia e un’identità, capisco che levoglia difendere. Però, questo non può essere un impedimento alla costruzione del soggetto democratico. Noi siamo disponibili a far entrare anche l’autonomia e la storia della nostra realtà nel bagaglio del partito democratico, però, ricordo che in regione ci sono già due partiti autonomisti: la Svp e il Patt non c’è n’è bisogno di un terzo. Anche in Trentino, invece, si sente la necessità di un partito nuovo, organizzato e di massa, che pensi al futuro, che sappia interpretare i bisogni della società. Ci vuole coraggio, il partito democratico deve andare oltre le elezioni, non dobbiamo pensare di costruirlo in funzione dell’appuntamento elettorale. Le elezioni dell’anno prossimo non possono essere un ostacolo sulla strada della costruzione di un soggetto politico in grado di perseguire il bene comune di fronte agli egoismi localistici. Ci vuole un partito che valorizzi il merito, che faccia avanzare la comunità e promuova il talento.
 Sì, ma la Margherita non sembra molto sensibile a queste parole d’ordine.
 
Noi comprendiamo le preoccupazioni di chi oggi non intende perdere fette di elettorato e di gruppo dirigente. Penso, però, che oggi sia necessario un partito che interpreti la cultura riformista, anche facendo riferimento ai valori e alle radici locali.
 Chi farà il sergretario in Trentino, un margheritino o un diessino?
 
Deve essere sicuramente una persona che crede nel partito democratico e che si è impegnato per costruirlo.
 Un identikit al quale non corrisponde, per ora, nessuno della Margherita.
 
No, perché? Può essere anche uno della Margherita, purché si sia impegnato. Per il resto, io vorrei un partito laico, capace di distinguere le credenze personali dal diritto di cittadinanza e con una dialettica permanente.
 Voi ultimamente avete perso qualche pezzo, cosa ne pensa?
 Va portato rispetto a chi ha deciso di non aderire. Con loro dobbiamo avere sempre un dialogo.













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