Andreatta: «Stop a nuove opere»

Bilancio, tour del sindaco nelle circoscrizioni: «È tempo di responsabilità»



TRENTO. Nel 2009 l'appello fu: «Circoscrizioni tirate tutte la cinghia, al massimo 3-5 priorità per i prossimi 6 anni». Sono passati due anni e il richiamo del sindaco diventa più forte e pressante: «Non è il momento di chiedere nuove opere, sarà già molto se riusciamo a garantire quelle previste nel 2012». Alessandro Andreatta questa volta ci mette la faccia. Nelle prossime due settimane incontrerà i consigli di molte circoscrizioni.

Un tour in vista di un bilancio che diventa sempre più magro: 43,5 milioni di investimenti previsti nel 2012, ma potrebbero calare. Quando si dice che i numeri, a volte, spiegano più di molte parole. Dai 61 milioni previsti la spesa per gli investimenti nel 2011 è scesa a 43 milioni; 35 le opere saltate, rinviate ad anni successivi o messe nella cosiddetta lista d'attesa di finanziamento. Nel 2012 la previsione al momento è di 43,5 milioni, ma nessuno se la sente - con i chiari di luna dell'economia nazionale e il conto che lo Stato vorrebbe far pagare anche al Trentino - di azzardare che non caleranno.

È in questo clima che il sindaco Andreatta si prepara ad affrontare le circoscrizioni alle prese - dalla prossima settimana - con l'appuntamento delle priorità di bilancio. È il momento delle richieste e delle attese. Ma da ormai due anni non è più il tempo delle liste della spesa, con la richiesta di decine di opere piccole e grandi fatta recapitare al Comune. E questo 2011 sarà ancora di più l'anno dei sacrifici.

«Già da alcuni anni - spiega il sindaco - abbiamo fatto un discorso chiaro con le circoscrizioni. Indicate pochissime priorità su un periodo lungo, di almeno 5 anni, e tenete conto di quello che sul vostro territorio è stato realizzato negli ultimi anni». E oggi? «Oggi dobbiamo tutti guardare alla situazione finanziaria con molto realismo - ragiona ad alta voce il sindaco - con meno risorse a disposizione si deve scegliere cosa fare e a cosa rinunciare. E allora in molti si chiedono se ha ancora un senso avanzare nuove richieste o se non sia meglio stringersi tutti insieme e responsabilmente non indicare nuove priorità, andando avanti con gli investimenti che sono già a bilancio per i prossimi due anni».

Se variazioni di risorse ci saranno, avverte Andreatta, saranno in diminuzione. «I nuovi saldi del bilancio, dopo la manovra correttiva di febbraio, prevedono per gli investimenti 43 milioni e mezzo di euro nel 2012 e 27 milioni nel 2013. Ma manca ancora la manovra dello Stato e dunque non sappiamo quanto sarà chiesto alla Provincia e, a caduta, a noi Comuni».

L'anno scorso, per il patto di stabilità, il conto finale per palazzo Thun fu di 7 milioni sulla parte corrente e l'azzeramento dei mutui per il finanziamento delle opere. Difficile che quest'anno possa andare meglio. «Quando si parla di opere pubbliche - osserva il sindaco - con meno soldi a disposizione occorre selezionare. Anche perché non possiamo più contrarre mutui e quindi siamo legati ai finanziamenti della Provincia. Posso capire che una comunità senta il bisogno di segnalare nuove necessità emerse sul proprio territorio, ma questo vuol dire ridiscutere le priorità già indicate l'anno scorso. Insomma non si va di aggiunta, eventualmente si possono sostituire delle opere, ma in questo caso - aggiunge Andreatta - occorre vedere a che stadio sono i progetti». Ciò significa che se per un'opera si fosse già in fase di progettazione esecutiva, non avrebbe senso fermarla per realizzarne un'altra per la quale occorre partire ex novo con il progetto.

Ma in ballo non ci sono solo arredi urbani, rotatorie, parcheggi, ciclabili, restauri, ovvero le opere pubbliche che interessano da vicino le circoscrizioni. «Vogliamo informare le circoscrizioni sulla situazione finanziaria nel suo complesso, dunque anche sulla parte corrente del bilancio», prosegue il sindaco. La manovra per il prossimo triennio è in piena costruzione e trovare la quadra non sarà per niente facile. Per far quadrare i conti il Comune intende affidarsi a riduzione di personale, vendite immobiliari, esternalizzazioni di servizi (dai nidi alle biblioteche), cessioni di quote azionarie, ritocchi alle tariffe e una serie di richieste alla Provincia (finanziamento alle scuole musicali, trasferimento del personale delle materne, valenza provinciale della biblioteca). Ma la spada di Damocle si chiama addizionale Irpef che frutterebbe un gettito di 3,6 milioni. Molti in maggioranza non vogliono sentirne parlare ma farne a meno appare sempre più complicato.

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