Andreatta: «Donna giovane e preparata? Binomio vincente»

Il sindaco di Trento per ora non si schiera: «Temo la frammentazione, lavorerò per creare convergenze. Tutti i nomi in campo finora sono buone candidature. Rapporto più forte con gli eletti»


di Chiara Bert


TRENTO. In vista del congresso Pd - primarie il 16 marzo - Alessandro Andreatta per ora non fa endorsement, ma solo ragionamenti. Ma è chiaro che il suo sostegno peserà negli equilibri che decideranno il nuovo segretario dei Democratici. I candidati papabili sono già diversi, più del necessario a detta di tutti: il coordinatore di Trento Vanni Scalfi, la coordinatrice dei comitati Renzi Elisa Filippi, il consigliere provinciale Alessio Manica, e nelle ultime ore è spuntato il nome di Giulia Robol, assessore comunale a Rovereto.

Sindaco Andreatta, lei vede il prossimo segretario Pd tra questi nomi?

Finora mi sono occupato poco del congresso. Vedo tutte buone candidature. Ma vedo un rischio frammentazione. Avere un candidato unico non è mai un bene, ma 4 o 5 sono troppi. Nelle prossime settimane bisognerà fare uno sforzo per convergere su un candidato che metta insieme un’area più ampia. Anche a me è stato chiesto di lavorare per questo.

Ha già parlato con qualche candidato?

Ho incontrato Vanni Scalfi e ho parlato con Elisa Filippi. Ma naturalmente sono pronto ad ascoltare tutti. Ho letto della disponibilità di Manica, che viene da un’esperienza amministrativa.

Si dice che lei sarebbe tra i fautori di una candidatura dell’assessore di Rovereto Giulia Robol...

Ho letto questa cosa e non ne so nulla. La conosco bene perché come me viene dalla Margherita e la stimo. Ma non ho parlato né con lei né con altri di una sua candidatura.

Cosa pensa di una donna segretario?

Mi vengono due considerazioni. La prima è che alle primarie c’è un elettorato che guarda il volto. Ultimamente dove si è presentata una donna giovane e preparata, che sia renziana o bersaniana, ha quasi sempre vinto. Sia Elisa Filippi che Giulia Robol lo sono.

Lei ha detto però che è contrario ai doppi incarichi, come quello dell’attuale coordinatore e suo assessore Gilmozzi.

Confermo che chi ha un ruolo di governo sarebbe bene che portasse avanti quello. So cosa vuol dire fare l’assessore a Trento e con Italo ho parlato.

Quale dovrà essere il profilo del Pd trentino per i prossimi anni?

Innovazione nei rapporti con iscritti e simpatizzanti, trovare forme di coinvolgimento al di là delle primarie, penso a feste, assemblee, referendum. Puntare su giovani competenti nelle nomine.

E nel rapporto con i suoi esponenti in giunta provinciale?

Serve un rapporto più forte tra segreteria ed eletti, che sia di sostegno e richiamo. Bisogna parlarsi, conoscersi. Il segretario dovrà dire la sua e rendere il Pd riconoscibile anche sull’esterno.

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