Anche la procura taglia: meno 30% di spese

Spending review anche a Palazzo di Giustizia. Il procuratore Amato: «Si riducono gli sprechi senza intaccare l’efficienza degli uffici»


di Mara Deimichei


TRENTO. Il clima da «spending review» influenza anche la procura. E in vista del budget da richiedere per il 2013 il procuratore capo Giuseppe Amato ha fatto i conti e chiederà di avere a disposizione per le spese di giustizia il 30 per cento in meno. Una bella sforbiciata che però - assicura - non avrà ripercussioni sull’efficienza della macchina della giustizia. E stiamo parlando di una procura che ha già ottenuto la certificazione Iso 9001:2008e che ha un bilancio in positivo che sfiora i 4 milioni di euro.

I dati dell’Eurispes riferiti al 2010 indicano il distretto di Trento fra quelli che hanno tagliato di più le spese per le intercettazioni con un meno 30 per cento. Qual è il suo orientamento?

Il costo è già stato fortemente ridotto in passato e intendo continuare su questa strada che prevede la rimodulazione del contratto con la società in maniera più favorevole alla Procura. Si ottiene un risparmio importante anche attraverso un miglior utilizzo delle intercettazioni e quindi mettendo «sotto» solo i telefoni utili ed eliminando di volta in volta quelli che non sono più interessanti per le indagini. Poi c’è il sistema della remotizzazione che rende possibile l’ascolto non solo nella sala intercettazioni ma anche direttamente alle forze dell’ordine permettendo operazioni di polizia giudiziaria in tempo reale.

Dunque c’è necessità di risparmio anche per le spese di giustizia?

Sì, è in un’ottica di spending review ho controllato e ho valutato il fabbisogno della Procura chiedendo, per l’anno prossimo il 30 per cento in meno degli stanziamenti da parte del ministero.

E oltre alle intercettazioni, dove saranno fatti i risparmi?

Penso alle consulenze che sono uno strumento utilissimo e prezioso. Però anche in mie circolari interne recenti, ho richiamato l’attenzione all’uso delle consulenze solo quando è strettamente necessario e non quando, ad esempio, le risorse possono essere trovate fra la polizia giudiziaria. Penso all’incidente automobilistico dove la stessa polizia stradale può essere d’aiuto per risolvere dubbi o problemi. Poi se la consulenza è necessaria è chiaro che verrà di conseguenza autorizzata. Comunque la spesa che riguarda i consulenti veniva e viene costantemente tenuta sotto controllo e lo sarà anche in futuro.

Il suo progetto riguarda anche i mezzi che sono posti sotto sequestro?

Sì. In caso di sequestro il costo giornaliero del deposito del mezzo viene anticipato dall’amministrazione che poi si rivale sul condannato. Capita comunque di non riuscire a riavere quel denaro che, in tutti i casi, è già stato anticipato. Per questo, per evitare costi inutili, verrà chiesto il dissequestro di quei mezzi per i quali la decisione è diventata inutile.

Non c’è il rischio che a pagare il prezzo di questi tagli sia proprio la giustizia?

No. Il mio impegno è quello di trovare delle soluzioni economicamente sostenibili e di garantire una risposta efficiente da parte di questi uffici. Direi che si può tagliare senza intaccare il risultato. Facendo un paragone direi che il mio modo di comportarmi è quello del buon padre di famiglia che desidera che i figli mangino le cose migliori e stiano bene ma evita il surplus, quello che non serve quello che magari andrebbe, in una famiglia, buttato via. Quindi assenza di sprechi senza intaccare l’efficienza della macchina giudiziaria nonostante la carenza di personale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano