Ambulanti, la dura vita al tempo della crisi

La storia dei Moranduzzo: «Lavoriamo per passione, ma non so se lo consiglieremmo ai nipoti»


di Daniele Peretti


TRENTO. Nonno Clemente partiva dal Tesino il lunedì per raggiungere il Veneto dove restava tutta la settimana per vendere filati e maglieria. Oggi Fabio, Elena e Devid Moranduzzo abitano a Gardolo, fanno un mercato diverso ogni giorno e nelle occasioni importanti, hanno anche due bancarelle. «Nel Tesino c'era la tradizione del commercio ambulante e mio nonno - racconta Fabio – era uno dei tanti, poi mio padre ha preferito scegliere un'altra strada e nel 1981, fatto il militare, ho deciso di riprendere la vecchia attività di famiglia, dopo che per anni avevo fatto il commesso ambulante».

All'aperto in qualsiasi condizione atmosferica, ma chi ve lo fa fare?

Prima di tutto la passione perché questo è un lavoro che bisogna sentirlo; poi in tempi di crisi, il mercato ha conosciuto un aumento di clientela che cerca qualità a buon prezzo e noi stessi dobbiamo riuscire a soddisfare la domanda.

Lavorate di più col mercato o col le fiere?

Coi i mercati che ormai sono diventati dei centri commerciali all'aperto nei quali si trova qualsiasi articolo. Ormai si lavora con clienti fissi che serviamo da anni. Alle fiere invece vengono tanti curiosi con più voglia di guardare che di acquistare.

Ogni giorno un mercato diverso, come è cambiata la clientela in questi anni?

In passato sI cercava l'occasione o il capo d'abbigliamento per la serata particolare. Oggi invece al mercato ci si veste, trovando anche gli indumenti di moda.

Ma allora il prezzo non può più essere d'occasione?

Lo è meno di un tempo, ma offriamo prodotti a prezzi comunque più competitivi rispetto ai negozi.

Subite furti?

Spesso troviamo l' appendino vuoto, pur facendo la massima attenzione e bisogna anche dire che sono prelievi mirati: sempre la merce esposta più costosa.

Siete a rischio rapina?

In Trentino no. Chiudiamo che è ancora giorno e una cassa tradizionale non l'abbiamo, quindi non è nemmeno facile individuare i soldi.

Soddisfatti del guadagno?

Gli incassi ci sono, ma le spese sono aumentate troppo e così si finisce che il margine è minore rispetto al passato.

Ha cominciato a lavorare come commesso, ma le paghe come sono?

Il commercio ambulante è identico a quello da negozio. Ci sono gli stessi obblighi ed alla fine è solo una questione di scelta. Il nostro commesso prende la stessa paga di quello di un negozio.

Cambia il rapporto col cliente?

Del tutto, da noi c'è ancora una relazione. Si parla con la gente,cosa che in negozio succede sempre meno tanto che anche oggi che era giorno di fiera, sono passati i nostri clienti del mercato, a salutarci.

Avete delle problematiche particolari?

Il nostro interlocutore è l'amministrazione che non sempre ci ascolta o ci tiene nella giusta considerazione. Vede anche quello che è successo in piazza Duomo col palco delle Universiadi. In questo caso è la stata la Provincia a non tenerci in nessuna considerazione creandoci dei problemi che poi si riflettono sul guadagno.

Oggi però avete aperto due bancarelle...

Si perché per la Fiera di Santa Lucia abbiamo una doppia possibilità che è bene sfruttare, ma alla fine ci si salva solo perché la nostra è una gestione famigliare.

Ai suoi nipoti consiglierebbe questo lavoro?

Se vedessi in loro la passione, senz'altro. Se dovessero viverlo come un altro lavoro no. Se avessero delle serie alternative, ci penserei.













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