Alle Casotte l'industria del dopo crisi
Venti ettari a due passi da A22 e ferrovia per chi punterà sul «sistema Trentino»
ROVERETO. La crisi morde, ma prima o poi finirà. E avrà l'effetto di cambiare il mondo produttivo. Su questo il Trentino investe. Nella ricerca, con iniziative come l'ex Manifattura e il polo della meccatronica. Ma anche preparando zone «ideali» per le aziende di domani. Ed è questa la scommessa dell'area Casotte, che dopo decenni di confuse illusioni vede finalmente il via nel momento che potrebbe sembrare il meno indicato.
La settimana prossima con un simbolico primo colpo di ruspa prenderà il via l'infrastrutturazione di quell'area. Serve una nuova strada, per comunciare, ma è solo l'inizio. Ci vorranno circa 10 milioni di euro per preparare i terreni e infrastrutturare l'intera area. E la Provincia li spenderà nel giro di un paio di anni. Il risultato finale sarà una area di 27 ettari complessivi, una ventina dei quali destinabili a lotti artigianali e industriali, a due passi dal casello di Rovereto Sud e dal polo intermodale di Mori Stazione. Adiacente alla ex Montecanini e in sostanziale continuità con la zona industriale roveretana e con i nuovi poli di ricerca e innovazione roveretani. Se nascerà un nuovo distretto produttivo, insomma, quella sarà la sua zona di produzione vera e propria.
Il dubbio, da profani, è se in questo momento di nuovi spazi ci fosse proprio bisogno. E l'assessore Olivi su questo è chiarissimo: «E' evidente che se ci si limita a ragionare sull'esistente e su questo momento economico, può sembrare inutile. Ma la politica ha il dovere di guardare oltre. Oltre la crisi ed oltre il modello produttivo che la crisi ha travolto. Siamo convinti che da questo momento si uscirà e ci attrezziamo per avere gli strumenti per essere protagonisti, come Trentino, del momento del rilancio. Alle Casotte non si realizza l'area artigianale di Mori, ma un polo industriale di valore provinciale. Uno dei due, l'altro è Ravina, sui quali si prevede di concentrare l'espansione produttiva nei prossimi anni. Superata la fase della polverizzazione di aree artigianali su tutto il territorio. E' un modello che non può avere futuro: saranno le sinergie, la funzionalità e l'ottimizzazione dei costi le chiavi per sostenere ed attrarre le attività produttive del dopo crisi. In quest'ottica, l'area Casotte è perfetta».
La stessa infrastrutturazione dell'area parte senza porre vincoli alle potenzialità future dell'iniziativa. Non ci sono prescrizioni urbanistiche su dimensioni dei lotti nè rigide indicazioni sul tipo di aziende che ci potranno entrare. «Ci saranno certamente - dice ancora Olivi - dei trasferimenti lì di piccole o medie aziende oggi costrette in tessuti urbani o svantaggiate da collocazioni non idonee sul territorio. Ma puntiamo anche a nuove iniziative, attratte dal "sistema Trentino" che stiamo costruendo. E' chiaro che questo significa anche una forte assunzione di responsabilità, perchè non è più l'epoca in cui bastava offrire capannoni per veder nascere industrie. Trentino Sviluppo dovrà affiancare alla realizzazione di aree infrastrutturate la capacità di promuoverle. Insomma, sarà nostra responsabilità mettere a frutto l'investimento che stiamo lanciando».