il caso

Allarme pneumatici a Trento, carcasse accumulate da più di sei mesi

Dario Largher: “Il problema non è solo trentino, ma nazionale. Rischio di inquinamento e di incendi dolosi”. Non solo: "Da quest'anno si pagherà di più perché si è passati dalla tariffa a pezzo a quella a peso"


di Daniele Peretti


TRENTO. A pochi giorni dall'inizio del periodo del cambio gomme invernali, è emergenza pneumatici. Da sei mesi le carcasse vengono accatastate al di fuori dei container ormai saturi ed il Consorzio incaricato alla raccolta, seppur sollecitato, non passa a ritirare. A denunciare la situazione è Dario Largher titolare di Dolomiti Gomme di Viale Verona: “Il problema non è solo trentino, ma nazionale perché il mancato ritiro delle carcasse dura ormai da più di sei mesi. Oltre ai rischi oggettivi di inquinamento, di habitat naturale per le zanzare, molte officine si trovano in ambiti condominiali e si creano problemi seri con i condomini. Non solo, ma se qualche pazzo decidesse di dare fuoco alla catasta chi sarebbe il responsabile?”.

Ma lo smaltimento dei pneumatici non è un servizio pagato dalla clientela? “Sì e da quest'anno si andrà a pagare anche di più perché si è passati dalla tariffa a pezzo a quella a peso ed in più a questo “contributo di smaltimento” si deve aggiungere la nostra quota parte”. Il servizio di ritiro com'è organizzato? “Siamo divisi in aree alle quali fanno riferimento dei consorzi di raccolta che depositano un container che per norme di sicurezza dovrebbe restare chiuso. Quando è circa a metà, iniziano le telefonate di richiesta di ritiro perché per esperienza sappiamo che non è mai veloce, ma questa volta sono dei mesi che non passa nessuno”.

Cosa rispondono alle vostre richieste di passaggio? “Che c'è una lista d'attesa da rispettare e che arriveranno”. Dal 15 ottobre parte la stagione invernale del cambio gomme: “La situazione potrà solo peggiorare perché avremo più pneumatici da smaltire senza avere lo spazio per depositarle, le cataste diventeranno più alte e di conseguenza aumenteranno anche i rischi”.

Come categoria a quali soluzione alternativa pensate? “Sinceramente non ce ne sono, perché non esistono altre possibilità di smaltimento. E pensare che non molto tempo fa le carcasse ce le pagavano perché richieste dal mercato dei ricoperti. Oggi non solo dobbiamo pagare per darle via, ma siamo costretti anche pregare perché il servizio venga fatto”.













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