Alcoltest in ufficio e in fabbricaSi parte in provincia di Trento
Recepito l'accordo Stato-Regioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro
TRENTO. Alcol e droga non fanno rima solo con sballo. Purtroppo sono una piaga anche sul lavoro: secondo le statistiche più recenti, un infortunio sul lavoro su tre sarebbe causato dall’alcol. E, come conferma il Sert di Trento, c’è la sensazione che la cocaina, in ufficio o in cantiere, sia sempre più diffusa. Tanto che dal 15 gennaio inizieranno i test a sorpresa sul posto di lavoro.
Su questo tema, tanto delicato, è intervenuto anche l’Ebat, l’Ente bilaterale artigianato trentino, che ha deciso di pubblicare dei volumetti su questi temi così delicati. Obiettivo principale è quello di informare per prevenire. Ma quella della sensibilizzazione non è l’unica strada da percorrere. Come detto dal 15 gennaio scatterà anche la fase del controllo e della repressione.
La Provincia, infatti, il 17 luglio scorso ha recepito l’accordo Stato-Regioni del 30 ottobre 2007 con il quale si intendevano intensificare i controlli sull’uso di droga sui posti di lavoro. Così, dalla metà del mese, ci saranno test programmati a sorpresa e a tappeto in tutte le aziende con dipendenti con mansioni “a rischio”. Si tratta di chi lavora a contatto con gas tossici o fuochi d’artificio, chi conduce veicoli stradali con patente C, D, E o taxi, personale addetto alla circolazione di treni o navi, autisti di mezzi pubblici, controllori di volo, mulettisti. Il datore di lavoro dovrà comunicare al medico del lavoro competente quanti dipendenti di questo tipo ha in azienda e il medico calendarizzerà i controlli, che avverranno a sorpresa e si baseranno sull’esame delle urine.
Negli ultimi anni l’uso di sostanze stupefacenti sui posti di lavoro è aumentato sensibilmente. Soprattutto quello della cocaina, principalmente per mantenere ritmi di lavoro più elevati. I rischi, però, sono altissimi, e la situazione è «preoccupante», come afferma Roberta Ferrucci, vice direttrice del Sert di Trento. «Su 989 pazienti in cura nel 2008 - spiega - il 63% aveva un’occupazione stabile. Questo significa che l’utilizzo di sostanze stupefacenti è una realtà preoccupante anche in Trentino. La sensazione è che ci sia una diffusione significativa in lavori stressanti o con orari prolungati, come ad esempio gli autotrasporti».
Anche per quanto riguarda l’alcol c’è il divieto dell’assunzione di sostanze alcoliche nelle lavorazioni considerate “a rischio” (autisti di mezzi; personale che lavora oltre i due metri di quota; operatori della sanità, ecc). In questo caso, però, non sono previsti controlli a sorpresa e a tappeto, ma possono venire effettuati in occasione della visita periodica. E comunque anche l’alcol resta una piaga. Secondo una statistica nazionale gli infortuni alcol-correlati sarebbero il 30% del totale. «Una percentuale plausibile anche in Trentino - spiega Roberto Pancheri del Servizio alcologia dell’Azienda sanitaria provinciale - visto che a livello di consumo pro-capite di alcolici siamo tra i primi in Italia. In ogni caso, è difficile valutare quando un infortunio è causato dall’alcol, perché non c’è l’alcoltest come nel caso degli incidenti stradali. Certo, l’incidenza è significativa, e purtroppo i controlli restano un punto dolente».