il caso

Al Santa Chiara i mendicanti salgono fino ai reparti

Sono numerosi e stazionano all’entrata della struttura ospedaliera ma quando possono entrano e importunano i pazienti e i loro familiari


di Paolo Tagliente


TRENTO. Sono puntualissimi e ogni giorno sono al lavoro. Scendono dall’auto e si avviano piano piano verso l’entrata principale del Santa Chiara. Ma non sono né medici, né infermieri, né impiegati. No, sono mendicanti. Mendicanti con disabilità più o meno gravi, e più o meno vere, che ormai da tempo stazionano davanti alla struttura ospedaliera, chiedendo un piccola offerta a chiunque entri o esca e che, sempre più spesso, si intrufolano addirittura all’interno dell’atrio e dei reparti, importunando i pazienti e i loro familiari. “Prede” preferite sono le persone anziane verso le quali mostrano un’insistenza al limite della prepotenza e non “mollano” fino a quando qualcuno, pur di togliersi dall’imbarazzante situazione, non decide di dar loro qualche moneta. Situazione già di per se assai poco piacevole, che diventa intollerabile quando i mendicanti decidono di compiere dei blitz all’interno della struttura a “caccia” di prede nei corridoi e perfino nei reparti. Alcune sono le segnalazioni arrivate alla nostra redazione da parte di cittadini indignati dalla sorta di persecuzione a cui erano costretti a far fronte, spesso in una situazione psicologica che certo non è delle migliori. D’altra parte il posto di Polizia presente all’interno dell’ospedale si trova all’entrata del Pronto Soccorso - assai lontano, quindi - e per gli agenti in servizio risulta difficile, se non impossibile, controllare costantemente i due accessi.

Ma chi sono queste persone? Difficile dirlo anche se molti elementi porterebbero a pensare che si tratti di nomadi. Arrivano ogni mattina di buon’ora, puntuali come chi deve timbrare il cartellino, accompagnati in macchina da persone che poi, a fine giornata, passano a riprenderli. E alle quali, viene naturale pensarlo, consegnano probabilmente gli incassi. Un po’ come accade in molte città, con la sola differenza che anziché piazze e vie, in questo caso prendono d’assalto una struttura sanitaria. Difficile dire se anche in questo casi ci sia un vero e proprio racket a gestire l’attività di questo piccolo esercito. Qualcuno tra quanti hanno contattato il nostro giornale è disposto a giurare che si tratti di falsi invalidi, di persone che lontano da sguardi indiscreti camminano e si muovono senza difficoltà, ma che quando serve tornano a recitare la loro parte, vittime di tremori o di malformazioni all’apparenza gravissimi. Solo all’apparenza.

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