IL CASO

Ai consiglieri provinciali 500 euro al mese in più 

Da gennaio in busta paga l’adeguamento Istat all’indennità con, pure, circa 8500 euro di arretrati. Il presidente Paccher: «Non si può più rinviare senza una legge» 


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Dal prossimo gennaio i consiglieri regionali, che per quanto ci riguarda sono pure quelli provinciali, troveranno in busta paga un aumento di 500 euro al mese. e, pure, circa 8500 euro di arretrati. Sì, è quell’adeguamento Istat all’inflazione che, a partire dalla scorsa legislatura (visti i chiari di luna che interessano tutti i comuni mortali, oltre alla bufera sui vitalizi) era stato deciso di non recepire.

Ma il fatto che sino ad oggi, da sei anni, l’adeguamento non venisse messo in busta paga per decisione del consiglio non vuole mica dire che quei soldi non ci fossero,anzi. semplicemente sono stati accantonati in un apposito fondo: «Proprio così. Già lo scorso anno avevo avvisato i consiglieri che non sarebbe stato possibile congelare ancora a lungo quei soldi che sono previsti da una legge nazionale. Di recente abbiamo chiesto una consulenza su questo tema all’avvocatura dello stato e ci è stato detto che andavano pagati al più presto per evitare che maturassero pure eccessivi interessi di cui ci potrebbe chiedere conto in futuro la corte dei conti» allarga le braccia il presidente dell’aula regionale Roberto Paccher.

Insomma se per anni si è scelto di non recepire l’adeguamento ora non è più possibile farlo: «Se andate a leggere quello che dissi al vostro giornale giusto un anno fa, la soluzione poteva essere solo legislativa. Serviva un atto che specificasse che le condizioni sono cambiate. Ma questo, in un anno, non è accaduto», osserva ancora il presidente del consiglio regionale.

Ma non è, va detto, che non ci sia stata la buona intenzione, visto che un gruppo di consiglieri tra cui Paolo Ghezzi di Futura, avevano presentato un ddl che stabiliva come «i membri del consiglio regionale debbano essere posti su un piano di parità con i dipendenti pubblici. Analogamente al sistema contributivo per le pensioni, anche in questo caso si dovrebbe rinunciare ad un trattamento di favore. Per questa ragione la rivalutazione dell’indennità consiliare deve avvenire, per motivi di equità e di equiparazione, contemporaneamente e in misura uguale all’adeguamento dell’inflazione per gli stipendi dei dipendenti pubblici» si leggeva nella relazione al disegno di legge in questione.

Osserva Paccher: «Ma venne poi ritirato, perché facendo i calcoli si venne a scoprire che agganciando le nostre indennità agli stipendi dei dipendenti gli aumenti sarebbero stati anche superiori. la morale è che la legge nazionale li prevede, noi non ne abbiamo fatta una diversa e che il fondo dove confluiscono questi adeguamenti non può crescere all’infinito».

L’adeguamento in questione è stato anche chiesto da un gruppo di ex consiglieri regionali, 19 in tutto, che si vedrebbero aumentare il vitalizio di circa 200 euro al mese. Ed il tira e molla sulla questione dei vitalizi ha visto Paccher battagliare praticamente dall’inizio della legislatura: «Su questo aspetto mi sono tolto una soddisfazione, applicando con i pareri legali una forma di compensazione tra quello che debbono ricevere con l’adeguamento ma togliendo loro quello che non hanno resTituito per i vitalizi».













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