Agostini, l'accusa è omicidio volontario
Prima udienza il 22 settembre, l'accusa rimane quella ipotizzata dalla Procura
ROVERETO. L'accusa è di omicidio volontario. E per Simonetta Agostini, rimessa in libertà in aprile per scadenza dei termini di carcerazione preventiva e in attesa di giudizio, la fase preliminare del processo inizia il 22 settembre, con la prima udienza davanti al gup Monica Izzo. L'ipotesi di reato non è dunque stata derubricata in omicidio preterintenzionale, come invece auspicava il difensore della donna, l'avvocato trentino Vanni Ceola. Simonetta Agostini è accusata dell'omicidio del marito Paolo Scrinzi avvenuto nella loro casa di Villa Lagarina il pomeriggio del 5 ottobre 2010. E' stata scarcerata all'inizio di aprile malgrado l'opposizione del procuratore capo Rodrgigo Merlo. In quell'occasione la Cassazione, rigettando il ricorso del pm, aveva riqualificato il delitto come "omicidio preterintenzionale", ovvero non volontario. Il 28 ottobre 2010, tre settimane dopo il delitto quando il tribunale del riesame di Trento aveva qualificato per primo il reato come omicidio preterintenzionale: l'ipotesi è cioè che Simonetta non avesse l'intenzione di uccidere. Il procuratore capo Merlo, secondo il quale invece c'erano tutti gli estremi per sostenere l'omicidio volontario, aveva opposto ricorso. In Cassazione, lo stesso procuratore generale aveva ritenuto «palesemente infondato» il ricorso del magistrato roveretano, che per la Corte è inammissibile nella sostanza. Ciò aveva permesso alla Agostini di tornare in libertà per decorrenza della carcerazione preventiva (6 mesi per l'omicidio preterintenzionale, 12 per l'omicidio volontario) e secondo il difensore l'espressione della Corte valeva quale "giudicato interno" che scarta l'ipotesi della volontarietà. Ma per il gup Monica Izzo, questo precedente non modifica il capo d'imputazione, che resta quello ipotizzato in origine dal pm Merlo: omicidio volontario. La strategia difensiva mirerà a dimostrare che l'unica coltellata (inferta all'addoma e rivelatasi letale) è da interpretare come un gesto di legittima difesa: Simonetta Agostini - come ha sempre detto lei stessa negli interrogatori - si stava cioè difendendo dalla (ennesima, assicura lei) aggressione del marito, con il quale negli ultimi tempi le difficoltà di rapporto erano sfociate in episodi di violenza, anche sessuale. I parenti di Paolo Scrinzi hanno sempre respinto con sdegno le affermazioni di Simonetta, che a settembre passeranno il vaglio del gup Izzo.
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