Adriana, 44 anni passati tra i fili e la biancheria
San Bartolomeo, la merceria ha resistito anche all’abbattimento delle palafitte Un’istituzione del quartiere insieme alla macelleria di Alberto Cainelli
TRENTO. Da qualche settimana campeggiano i cartelli “fuori tutto”, “sconti dal 10 al 70 per cento”. Scritte che significano inevitabilmente che l'attività commerciale è destinata a chiusura. Ma definirla un’attività commerciale è forse riduttivo nel caso di Adriana Loss, che piuttosto è da considerare una vera e propria istituzione di San Bartolomeo.
Sì, perché le Mercerie Adriana sono un riferimento del quartiere da ben 44 anni e questa è l’ultima settimana che riranno aperte. Tanti sono gli anni di attività nel negozio omonimo, anche se Adriana Loss, a dispetto dell'aspetto giovanile, ha alle spalle 52 anni di lavoro. «Ho iniziato a lavorare a 14 anni – racconta Adriana – quindi posso finalmente pensare a riposarmi e a dedicarmi ai miei nipoti, che hanno sei e tre anni. Mi dispiace solo che nel quartiere, dopo che avrò abbassato le serrande, rimanga solo la macelleria a fianco, perché anche il negozio di pane e latte e frutta e verdura ha chiuso da qualche mese. Ho provato a cedere l'attività, ma pare che sia difficile trovare giovani disposti a rischiare, impegnandosi in un lavoro che ti occupa tutto il giorno. Quello che è certo è che a me non ha pesato, ho sempre lavorato con passione, aiutata per 25 anni dalla mia collaboratrice Graziella Martignoni».
Adriana Loss racconta la sua esperienza tra l'arrivo di una cliente e l'altra. C'è chi compra collant, chi ha bisogno di una maglietta. Nel negozio sono esposte ancora pile di calzini, fili e biancheria intima. Generi che servono sempre e non passano di moda. Anzi, la moda si è evoluta molto, facendo della biancheria intima dei capi di abbigliamento ai quali le signore fanno sempre più attenzione. Mai avuto difficoltà per la crisi, chiediamo? «La crisi l'ho sentita anch'io – spiega Adriana – come tutti. Un calo nelle vendite tra il 20 e il 30 per cento è stato generale. Ma io non mi posso lamentare, perché le mie clienti sono sempre state affezionate e quando purtroppo sono state abbattute le palafitte e gli inquilini sono stati trasferiti anche molto distante da qui, le clienti hanno continuato a venire. L'errore è stato sradicare i residenti che hanno vissuto qui una vita, perché questo era un quartiere nel quartiere, con un’identità e relazioni sociali forti, a dispetto di chi lo chiamava il Bronx. Io mi sono sempre trovata bene e l’ho sempre considerato il mio quartiere, anche se non abito qui. In particolare, mi è dispiaciuto perdere le clienti anziane, con le quali c'era un rapporto di confidenza. Ora ci sono le figlie: colgo l’occasione per ringraziarle tutte. In tante mi chiedono di restare, ma penso di meritarmi la pensione».
Le Mercerie Adriana, con la macelleria di Alberto Cainelli sono le due uniche attività sopravvissute alla scomparsa delle palafitte, entrambe si trovavano su viale Verona e per trovare un'altra collocazione, l'abbattimento della palafitta dove si trovavano è slittato. Il Comune ha fatto bene a salvare le due attività commerciali, per non trasformare il quartiere in dormitorio. Peccato che ora se ne vada una delle istituzioni ed il macellaio si trovi da solo a baluardo del commercio di vicinato. «Anch’io ho conservato i miei clienti - confida Alberto Cainelli, dietro il bancone con la moglie Annamaria - anche se ci siamo spostati in viale dei Tigli, molti arrivano anche da Mattarello e dalla Bolghera. Del resto qui non c’è problema di parcheggio. Peccato che se ne vada anche la merceria, dopo il pane e latte. Abbiamo sopperito noi vendendo quest’ultimi due generi. E Adriana ci ancherà molto»