Acciaierie, torna il sorriso in 104 famiglie

Arrivano gli svizzeri a Borgo. Mengarda (Rsu): «Speriamo in un lungo futuro». Orsingher: «Ora sì che vediamo la luce»


di Marika Caumo


BORGO. «Di ufficiale non ci hanno ancora detto nulla quindi andiamo cauti prima di esprimere giudizi, ma non nego che c'è euforia. Sarebbe il finale che tutti noi auspicavamo. Speriamo quello definitivo, ora incrociamo le dita». Un finale sperato, atteso. Ivan Mengarda, delegato Rsu dell'Acciaieria, lo ripete più volte. Ammette la piacevole sorpresa di aver letto ieri la notizia della sottoscrizione da parte del Gruppo Klesch, di Leali spa e Acciaieria Valsugana spa (le ultime due in liquidazione) di un accordo vincolante per l’acquisto, da parte degli svizzeri, dei rami d’azienda relativi al laminatoio di Odolo (Brescia) e al sito produttivo di Borgo. Sul tavolo Klesch ha messo oltre 40milioni di euro. L'accordo prevede una prima fase d'affitto d'impresa per poi passare all'acquisizione nell'ambito della procedura concorsuale, presumibilmente entro fine 2013. C'è anche l'impegno a mantenere i livelli occupazionali (circa 250 dipendenti tra Odolo e Borgo).

«Sapevamo che con due offerte (l'altra era quella del gruppo Feralpi di Giuseppe Pasini, che sul piatto ha messo 34 milioni, di cui accollo di debiti per 23 e pagamento per cassa per 11, minore dunque e comunque insufficiente per evitare il fallimento, ndr), la possibilità che almeno un accordo rimanesse in piedi era concreta. Ora manca l'ultimo tassello: la convocazione ad un tavolo delle trattative da parte dei nuovi proprietari», spiega Mengarda, delegato sindacale insieme a Mariano Antonello, Ivo Boccher e Mario Carraro. Da ottobre sono tutti a casa, nei mesi scorsi si era parlato di ritardi nei pagamenti degli stipendi, poi arrivati. «Va dato atto della correttezza di Leali nei nostri confronti. Nonostante il momento difficile per l'azienda, abbiamo avuto tutti i nostri soldi. Se ci guardiamo in giro invece ci sono aziende che lavorano con dipendenti che non prendono paga da mesi», aggiunge. Dopo la notizia il clima tra i 104 dipendenti dell'azienda è più sereno. «C'è maggior tranquillità, anche per il fatto che, come sembra, si voglia mantenere la forza lavoro attuale. Questo è il finale che auspicavamo, sia per le prospettive occupazionali sia perché si andrà a lavorare su acciai speciali, una produzione di qualità», continua Mengarda. Altro aspetto positivo riguarda il fatto che si partirà con l'affitto dei rami d'impresa, pratica che dal punto di vista della tempistica permetterà di anticipare la ripresa dell'attività rispetto all'acquisto immediato. «Ora speriamo in un futuro più lungo possibile. C'è bisogno di lavoro e tranquillità. In Bassa Valsugana la crisi c'è da anni e la gente dovrebbe fare il tifo perché l'azienda rimanga, invece per qualcuno non è così», commenta amaro il sindacalista, ricordando come il lavoro e un azienda che riapre dovrebbero essere delle priorità per la politica e in generale per tutti. E precisa: «Noi stiamo difendendo il nostro posto di lavoro, di crociate non ne abbiamo mai fatte contro nessuno. L'Acciaieria non esclude il quieto vivere delle altre. Sta facendo e farà tutto quello che è nelle sue possibilità per metterci in condizione di lavorare in sicurezza e nel rispetto delle norme».

Soddisfazione anche per Armando Orsingher, capogruppo del Patt in consiglio comunale a Borgo e dipendente dello stabilimento. «Nell'ultima assemblea in fabbrica ci avevano dato questa prospettiva ed ora vediamo un po' di luce, dopo mesi di chiacchiere. Si parlava di riconversione, belle parole ma qua ci sono 150mila mq di attività, ben vengano altri insediamenti ma al momento attuale, rispettando le norme, possiamo ripartire – spiega -. Certo i tempi non saranno brevissimi, speriamo di farlo entro l'estate. Ora vediamo un futuro».

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