A22, l’appalto sospetto finisce in Regione
Sì al consiglio straordinario richiesto dalle minoranze per chiarire la vicenda ora sotto inchiesta, oggi l’annuncio
TRENTO. La vicenda dell’appalto sospetto e in odor di camorra per l’A22 - sollevata nei giorni scorsi dal giornale Trentino - finisce sui banchi del consiglio provinciale: oggi alle 14 le opposizioni annunceranno in una conferenza stampa di aver ottenuto un consiglio straordinario per dare chiarimenti sulle sospette infiltrazioni mafiose negli appalti dell’Autobrennero.
Sotto indagine sono i lavori per la realizzazione di quattro barriere antirumore aggiudicati alla Ptam di Castellammare di Stabia con un maxiribasso: 40 per cento sulla base d'asta. La squadra mobile di Trento ha notato alcune anomalie nell'appalto vinto dall'impresa campana. Innanzitutto il ribasso eccessivo: da una base d'asta di 5.420.326 euro e si è giunti a 3.550.207, quasi due milioni in meno. Poi si sono aggiunte le segnalazioni di due testimoni di giustizia, che indicavano stretti legami tra la Patm e il clan D'Alessandro, attivo a Castellammare di Stabia. Gli uomini della mobile sono riusciti a ricostruire tutto l'organigramma della società e i legami con la camorra. La prima contromisura è stata la sospensione, da parte di A22, dell'aggiudicazione dell'appalto. Il procuratore Giuseppe Amato, che coordina l’inchiesta aveva sottolineato come anche in regione ci siano tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata: «Sono elementi che stravolgono, anche le regole della concorrenza. Qui in Trentino Alto Adige ci sono ancora appalti per opere pubbliche importanti, ma ci sono anche i controlli».