A22, il giorno di Olivieri «Il piano di sviluppo c’è»
L’ex deputato, da ieri alla guida della società: «Il traffico pesante è tornato ai livelli pre-crisi, senza una ferrovia forte l’autostrada andrà al collasso»
TRENTO. Corsi e ricorsi storici. Gigi Olivieri da ieri è il nuovo presidente di Autobrennero. La nomina dell’assemblea dei soci è caduta ad esattamente 20 anni di distanza dalla decisione di accantonare il famoso “tesoretto”. Olivieri a quel tempo era nella pattuglia dei parlamentari che portò a Roma la (tutt’altro che scontata) idea di un’autostrada finanziatrice di un concorrente, del treno. L’insediamento del neo presidente è coinciso anche con il disco verde di ieri al Senato del decreto fiscale che contiene i termini del rinnovo trentennale di A22. Ora manca solo l’ok della Camera e poi la palla passerà alla società di via Brennero. In questo colloquio Gigi Olivieri tratteggia l’immediato futuro dell’arteria, partendo da quel novembre di 20 anni fa.
Complimenti presidente. Ora però vi tocca correre per chiudere la pratica. Questo governo durerà sino a primavera.
«Spero di essere un portatore di successi per Autobrennero. Rispetto ad oggi vi sono due coincidenze positive. La prima è il ventennale dell’approvazione da parte del Parlamento di un articolo della legge Finanziaria del 1997. Quello che introdusse la facoltà di accantonare, in esenzione di imposte, il proprio utile di esercizio. Fu la delegazione parlamentare di quello che era allora l’Ulivo a farla».
Ci ricorda chi vi faceva parte?
«Boato, Detomas, Schmid ed io, con i colleghi altoatesini Brugger, Zeller e Bressa. Proponemmo questa possibilità all’allora presidente Prodi. Qualcuno allora non capì l’importanza di questa norma, proprio perché non è normale che una società autostradale si interessi di finanziare la ferrovia che è un concorrente».
Si è rivelata poi l’asso nella manica.
«E’ stata una mossa strategica per il futuro dell’A22. E alla fine, per la realizzazione del Tunnel di base del Brennero, noi concorreremo con ben 1 miliardo e 600 milioni di euro».
Una ferrovia che, concessione a parte, sarà ancora di salvezza del traffico in A22.
«Non c’è dubbio, con quello che è avvenuto a livello di trasporti, senza un trasporto su rotaia forte, il traffico in A22 finirebbe per collassare. Una terza corsia tra Bolzano ed il Brennero non è un’ipotesi percorribile».
La seconda coincidenza è che sia arrivato oggi in Senato il maxi emendamento sulla concessione. No?
«Certo. Finalmente si recepisce un protocollo d’intesa dello scorso anno e si stabiliscono i tempi per la nuova concessione trentennale».
Il senatore Zeller dice che la politica la sua parte l’ha fatta. Ora tocca ad A22 correre.
«Il cda di cui faccio parte da un anno e mezzo ha sempre lavorato per questo momento. Noi siano puntuali, il piano di sviluppo economico-finanziario e quello del traffico (ovvero l’identikit di A22 dei prossimi 30 anni) è già depositato al Ministero. A Roma possono svolgere tutte le verifiche che ritengono necessarie. La vicenda è già incardinata in un modo molto preciso».
In A22 ci sono ancora parecchi incidenti mortali. Che dice del tema della sicurezza?
«E’ una delle problematiche che più sta a cuore all’Autobrennero. A22, anche se non è sufficiente ha il più basso tasso d’incidentalità rispetto ad alte arterie simili. Il traffico pesante è ritornato ai livelli pre-crisi, questo ci impone un supplemento di attenzione».