Lotta alle mafie

A Trento i beni confiscati sono diventati alloggi Itea

In città 13 immobili sequestrati alla criminalità e assegnati al Comune che li ha destinati all’edilizia abitativa. Ma in Trentino in totale sono 17 gli immobili confiscati oltre a un'azienda a Riva del Garda



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TRENTO. Una goccia nel mare, ma anche a Trento ci sono beni confiscati alla criminalità organizzata: si tratta di 13 immobili che dopo la confisca sono entrati nella disponibilità del Comune di Trento che, nella maggior parte dei casi, li ha destinati a edilizia agevolata. Sull'intero territorio provinciale invece l'elenco dei beni sale a 17, con un terreno a Riva del Garda (attualmente concesso in uso a un'associazione sportiva che si occupa di tiro con l'arco), un albergo sempre nella zona di Riva del Garda, un appartamento a Strembo, in via nazionale e un appartamento a Mezzana. Nell'elenco figura inoltre anche un'azienda a Riva del Garda.Tutti beni che hanno trovato una destinazione a parte alcuni garage a Trento. Una goccia nel mare italiano dove gli immobili confiscati e destinati a usi sociali sono oltre 12 mila, nell'ambito della legge 109 del 1996 che compie vent'anni di lotta alla criminalità organizzata.

Ecco la mappa dei beni confiscati realizzata da Confiscati Bene
(dati dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati)

L’elenco di Trento è stato pubblicato sul sito internet del Comune, all’interno della lista del patrimonio immobiliare pubblico. Ma ai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle questo non basta e hanno chiesto conto al Comune delle procedure e dei metodi seguiti per l’affidamento degli alloggi, con un resoconto “dettagliato e puntuale degli immobili, della localizzazione e della verifica sul corretto uso dei beni”. Per quanto riguarda la provenienza dei beni risulta che la confisca sia avvenuta per il reato di usura.

Ecco la mappa della provincia di Trento:

In realtà il Comune di Trento nell’assegnazione degli immobili assegnati non ha avuto grandi margini di manovra: si tratta infatti di appartamenti inseriti in contesti condominiali, per lo più nella zona nord di Trento. Gli appartamenti (6) sono stati tutti destinati ad edilizia abitativa e vengono quindi gestiti dall’Itea, secondo i criteri utilizzati dall’istituto. Per quanto riguarda i quattro garage, uno è legato a un appartamento, mentre per gli altri non sempre è stato possibile trovare una destinazione. Nell’elenco restano un mini appartamento in via Bepi Mor che è stato assegnato all’associazione Libera, che è in prima linea nella lotta alle mafie e che è stata il soggetto promotore della legge sul riutilizzo dei beni confiscati. Sempre in via Bepi Mor (laterale di via Maccani) c’è un rudere inutilizzabile la cui situazione è molto complessa: la proprietà infatti non è divisa e il Comune si trova nell’impossibilità di ristrutturare o vendere l’immobile. Ora la giunta dovrà spiegare ai consiglieri del M5s se è stato fatto tutto il possibile e se sono state seguite le procedure corrette nella gestione degli immobili.

A Bolzano invece non risultano beni confiscati per reati di tipo mafioso: l'Alto Adige è l'unica provincia italiana dove non risultano provvedimenti in base alla legge 109 del 1996.













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