A Trento fiaccolata per la pace in Ucraina, in piazza tante anime divise dalle armi a Kiev
Tensione all’inizio per la richiesta di togliere le bandiere ucraine. Poi il via alla manifestazione che chiede il cessate il fuoco e una forte iniziativa diplomatica
TRENTO. E’ partita alle 18.15 da piazza Duomo la fiaccolata per la pace in Ucraina promossa da Cantiere di pace, Forum trentino per la pace e i diritti umani, Acli, Arci, Cgil Cisl e Uil, Anpi, Movimento non violento, Centro pace ecologia diritti umani di Rovereto e Oikos Bios.
Centinaia le persone che si sono radunate sotto il Nettuno per chiedere il cessate il fuoco e la ripresa di una forte iniziativa diplomatica per fermare la guerra a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina.
Ma è palpabile che in piazza si confrontano le diverse anime del movimento pacifista. “No alla guerra senza se e senza ma”, dice uno striscione srotolato sotto il Nettuno.
Ma scattano momenti di tensione quando alcuni ucraini e la deputata Sara Ferrari vengono invitati a riporre le bandiere ucraine. “Mi dispiace, non volete la nostra bandiera. Allora cosa fate qua?”, protesta sconcertata una donna ucraina. Visibilmente sconcertata anche Sara Ferrari, anche lei con la bandiera gialloblu in mano, che chiarisce il suo pensiero: “Siamo qui in solidarietà al popolo ucraino, a chi vive l’orrore della guerra e a chi è fuggito. Siamo per accelerare sul piano diplomatico ma nel frattempo l’Ucraina va aiutata a difendersi”.
Poi dagli organizzatori arriva un dietrofront. Ma le bandiere alla fine se ne vedono solo un paio, una delle quali sventolata da Gianni Kessler, l’ex magistrato alla guida di EUcraina che compare in piazza Duomo dopo aver manifestato questa mattina in piazza Battisti, un’iniziativa “a supporto del popolo ucraino”.
La fiaccolata, partita da piazza Duomo, si snoda lungo un percorso lungo via Belenzani, via Alfieri, via Torre Vanga, via delle Orfane, via Rosmini, via Verdi per fare poi ritorno in piazza Duomo. C.L.