A S.Giorgio carnevale «zittito» dalla Siae

Niente musica: «Ci avevano chiesto 800 euro più Iva, più di quanto spendiamo per la pasta e la carne per il ragu»


di Luca Marsilli


ROVERETO. Per fortuna nessuno ha ancora inciso una canzone col solo sottofondo di trombette, altrimenti non ci sarebbero state nemmeno quelle. A San Giorgio ieri la prima festa di carnevale della città si è svolta senza alcun accompagnamento musicale: troppi i 1000 euro (circa) chiesti dalla Siae. Di fronte al bivio tra fare finta di nulla e rispettare le regole, il comitato organizzatore ha scelto la responsabilità: quei soldi per pagare i diritti non li aveva, e quindi silenzio. Detto che bel tempo e voglia di divertirsi hanno consentito comunque risultati eccezionali (300 maschere premiate, 530 chili di maccheroni e 250 litri di orzetto spazzolati via, una coda che in ora di punta arrivava fino ai cartelli di divieto di transito, più di 100 metri), una mutilazione che tutti hanno notato.

«Non avevamo scelta - spiega il presidente del Comitato Carnevale Maccaroni San Giorgio, Graziano Malusà - perché quei soldi per una realtà come la nostra sono una follia. Avevamo chiesto un preventivo. Gli impiegati della Siae ci hanno chiesto 800 euro e rotti più Iva, almeno per l’ipotesi di bel tempo. Potevano essere 540 più Iva se con la pioggia fossero venute meno di 3000 persone. Ma 800 euro sono più di quanto spendiamo per pasta e ragù, un 20 per cento dell’intero budget della manifestazione. I soldi li raccogliamo porta a porta, con offerte spontanee, da qualche sponsor, dalla Circoscrizione e in parte minima, la differenza di costo tra piatti biodegradabili e piatti di plastica, dal Comune. Riusciamo a coprire le spese, ma non avanziamo un euro. E questo malgrado 50 persone lavorino gratis per la riuscita della festa. Pagare 800 euro più Iva di Siae mi pare una follia».

Curioso poi il criterio con cui la somma è stata determinata. Per manifestazioni con meno di 3000 persone - hanno spiegato gli impiegati Siae - si devono 540 euro. Se sono più di 3000 ottocento e rotti. A San Giorgio negli anni passati - hanno fatto notare ancora gli impiegati - si sono sempre preparati circa 5 quintali di maccheroni. Sono 5000 porzioni ed anche generose. Quindi o la manifestazione andava male o si doveva la quota maggiore. In pratica, avrebbe deciso il meteo o una svista colossale dei cuochi nel preparare il ragu.

«E’ una tristezza un carnevale senza musica? Alla fine - dice Malusà - mi sembra che la gente si sia divertita lo stesso. Non so che dire. Pagare quella cifra per noi era impensabile, ignorare la regola facendo finta di non sapere che si deve la Siae, non ci sembrava cosa. Abbiamo scelto il silenzio. Magari il prossimo anno vedremo se riusciamo a mettere assieme un Cd di musica libera da diritti, mi dicono che in rete si trova qualcosa. Oppure a questo punto andremo avanti come quest’anno, senza curarci di impianti, casse e Cd. Non so come si organizzeranno i comitati degli altri carnevali: personalmente li invito a fare come noi. Se poi la Siae tornerà alla ragionevolezza, imponendoci pagamenti accettabili, ne riparleremo. Ma alla fine le feste si fanno lo stesso. Ci rimettono solo loro che a queste cifre non vedono un euro».

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