I lavori

A marzo il depuratore di Trento 3 sarà completamente a regime

I lavori sono iniziati nel 2018, l’opera ha una portata di duemila metri cubi l’ora in regime normale, fino ad un massimo di sei mila metri cubi l’ora. Serve una popolazione di 150 mila abitanti equivalenti

IL PARERE Il presidente Fugatti: «Depuratore Trento 3, un’opera strategica»



TRENTO. Fine lavori a fine marzo 2023 per il depuratore Trento 3, che nel corso dell'anno vedrà le procedure di collaudo e poi la graduale entrata in funzione vera e propria con i collegamenti alla rete fognaria. Partendo da Mattarello, Romagnano, Aldeno, Garniga, Besenello, Calliano e a seguire Trento sud.

A fronte della cessazione dell'attività per l'attuale depuratore di Trento sud, l'impianto "Trento 3" servirà in pratica tutto il bacino dell'Alta Vallagarina e della parte sud del capoluogo, "aiutando" il depuratore di Trento nord con la futura deviazione delle acque nere dell'Alta Valsugana.

«Si tratta di un'opera molto importante per il Trentino, anche in termini di sostenibilità e recupero energetico», afferma il vicepresidente della Provincia, nonché assessore all'ambiente Mario Tonina, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo assieme ai tecnici nel cantiere prossimo al completamento, paragonabile in termini di impegno finanziario all'unità funzionale in corso di realizzazione del collegamento stradale San Giovanni-Cretaccio (la "Loppio-Busa").

«Un intervento programmato e avviato nella precedente legislatura e portato a compimento dall'attuale Amministrazione, per il quale la Giunta ha sempre garantito le risorse necessarie anche rispetto agli aumenti e alle revisioni dei prezzi intervenute, per un valore complessivo aggiornato di 115 milioni di euro, di cui circa 87,5 milioni per i lavori a contratto», aggiunge.

Da sottolineare riguardo all'infrastruttura, che sta per essere ultimata, l'attenzione a sostenibilità e recupero energetico. «Grazie ai pannelli fotovoltaici, alla turbina idraulica sullo scarico e ai motori alimentati con il biometano prodotto dalla stabilizzazione dei fanghi, l'impianto ha un recupero energetico del 30%. Vuol dire che per un terzo si autoalimenta», evidenzia Tonina, che ha visitato l’impianto accompagnato dai tecnici della Provincia (il dirigente Mauro Groff, responsabile per le Opere ambientali della Provincia, Umberto Grigoletti, che è anche direttore lavori, Paola Mattolin, direttrice dell'ufficio impianti di rifiuti), nonché i rappresentanti delle aziende coinvolte.

I lavori sono partiti nella primavera 2018 per una durata rideterminata nel tempo di 1.500 giorni, circa 4 anni, tenendo conto dei rallentamenti cagionati dal Covid e dalla difficoltà di reperibilità dei materiali. Il depuratore ha una portata di 2.000 metri cubi l'ora in regime normale fino ad un massimo di 6.000 metri cubi l'ora e serve ad una popolazione di 150.000 abitanti equivalenti, si legge in una nota della Provincia. 













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