A caccia di draghi: gli otto ragazzini vivono il Latemar

Il primo racconto scritto da Beatrice Calamari. Valorizzare un territorio: tradizione e attualità


di Elisa Salvi


Desideri, fantasia e tanta avventura. Percorrono sentieri che nascondono sorprese ad ogni curva i giovani protagonisti, pure con ali e bocca di fuoco, de "I draghi del Latemar" (edizioni Albatros; 105 pagine; 12 euro). Si tratta dell'opera prima di Beatrice Calamari, giornalista milanese con importanti esperienze televisive alle spalle, ma da molti anni in Val di Fiemme dove, dopo essere stata a capo di otto periodici d'informazione (tra cui l'Avisio), dirige l'ufficio stampa della locale Apt.

Il racconto, in questi giorni in libreria, evoca racconti popolari antichi, ma è assolutamente attuale nel narrare la storia di otto ragazzini (sei valligiani e due milanesi) guidati dal fantomatico dj radiofonico Cikky, che li conduce sul Latemar a "caccia di draghi". Tra le rocce della vetta patrimonio Unesco, una delle più belle dell’intero arco alpino, prende il via l'appassionante avventura dei ragazzi che trovano nei draghi nuovi amici e maestri.

Questo racconto è nato per dar vita a un percorso di valorizzazione territoriale trentino sul monte Latemàr: la Foresta dei draghi. I suoi personaggi hanno ispirato i gioco-libro che accompagnano i bimbi nella foresta di larici e abeti alla scoperta delle tracce che i draghi lasciato fra alberi, rocce e prati. Ispirandosi a questa storia l’artista Marco Nones e gli studenti dell’istituto d’arte Soraperra di Pozza di Fassa hanno creato opere di land art nel bosco e dipinto le telecabine che da Predazzo portano alla Foresta dei draghi .

Il racconto, tra tante località montane, è un invito ai giovani a salire in quota?

Soprattutto - dice Calamari - a scoprire il fascino delle Dolomiti. I draghi si mostrano sul Latemar perché lì c'è un passaggio che li rende visibili, ma trovano dimora anche sul ghiacciaio della Marmolada, accanto al lago Carezza e sul monte Mulat. Il loro raggio d'azione è ampio quanto un itinerario nei luoghi più belli del Trentino orientale.

La storia è divertente ma lascia anche un messaggio positivo ai bambini.

Il racconto è un incoraggiamento ai ragazzi a rimanere ancorati ai loro desideri più profondi. Il mondo degli adulti spesso li obbliga a essere concreti fin da bambini, lasciando da parte le aspirazioni personali.

Il racconto li sprona a seguire l'istinto, ma anche a fare squadra quando si presentano dei problemi, trasformando i difetti di ciascuno in risorsa nelle situazioni più impensabili.

Avere un figlio sedicenne è stato d'aiuto nella stesura del libro?

Molto. Ha promosso l'azione e bocciato i "virtuosismi letterari" che piacciono poco ai giovani.

È un libro solo per ragazzi?

Consiglio ai genitori di leggerlo assieme ai figli, perché offre spunti per coltivare spazi personali di creatività e fantasia anche da grandi.

I disegni dell'artista Marco Nones, che arricchiscono la pubblicazione, che ruolo hanno avuto nel racconto?

Ho scritto il racconto in un mese mentre Marco disegnava, il che mi ha aiutata a "vedere" la storia. È accaduto a partire dal nido della draghessa Ardea che abbiamo immaginato come tre alberi piantati al contrario.

Il disegno è stato illuminante e il nido è stato realizzato esattamente così come nel primo schizzo. Lo si può vedere vicino al Rifugio Gardonè (sopra Predazzo) dove si trova "La Foresta dei Draghi", un percorso ludico con opere di "land art" inaugurato l'estate scorsa.

Il racconto è nato in funzione della Foresta?

Sì, all'inizio è stato uno storyboard in parole. Ma quando Sara Azzolini, della società d'impianti Latemar 2200 che ha promosso il progetto, l'ha letto, mi ha consigliato subito di pubblicarlo. Così, senza indugi, ho contattato alcune case editrici, tra cui Albatros che ha deciso subito di farne una scommessa editoriale nelle librerie italiane.

Rispetto al giornalismo che libertà dà la scrittura di un libro per ragazzi?

Il giornalista, da dietro le quinte, racconta le vicende degli altri. Questo libro mi ha dato la possibilità d'essere protagonista scegliendo i personaggi e la loro storia. E mi è piaciuto.

L'avventura di scrittrice allora continua?

Ho sempre sognato scrivere un libro per ragazzi. Ora che l'ho fatto non ho intenzione di smettere. Il prossimo, però, potrebbe essere un romanzo per adulti.

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