È un ghanese l’uomo trovato morto a Volano
Si chiamava Obeng Michael Atwi, aveva 46 anni e lottava con l’alcolismo Sabato ha lasciato la Solatrix: un malore lo ha ucciso mentre vagava nei campi
ROVERETO. Non c’è nessun mistero dietro il ritrovamento del cadavere dell’uomo che, domenica mattina, è stato fatto da alcuni cacciatori in località Praolini, a Volano. Le indagini compiute dai carabinieri in queste ore attraverso l’Afis (Automatic Fingerprints Identification System),, infatti, hanno consentito non solo di dare un nome e un cognome al poveretto, ma anche di ricostruirne le ultime ore di vita. La vittima si chiamava Obeng Michael Atwi, aveva 46 anni, era originario del Ghana ed era in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Una storia fatta di dipendenza dall’alcol, la sua, che nel recente passato lo ha portato a diversi ricoveri, in strutture sanitarie del capoluogo e anche alla roveretana Solatrix. E proprio nella casa di cura di via Bellini Atwi è rimasto fino al mattino di sabato. L’ultimo tentativo di sconfiggere una dipendenza che lo perseguitava da anni e che, ovviamente, ne aveva profondamente minato lo stato di salute. L’8 dicembre scorso, l’uomo ha chiesto ed ottenuto dai sanitari della struttura di poter andarsene. Fin qui, la storia “raccontata” da certificati medici e verbali. Quanto accaduto dopo, fino al drammatico ritrovamento, i carabinieri – quelli del Nucleo Investigativo di Trento insieme ai colleghi della stazione di Calliano e del Nucleo Operativo di Rovereto – e il sostituto procuratore Fabrizio de Angelis lo hanno ricostruito nelle scorse ore. Dopo aver lasciato la Solatrix, Atwi avrebbe iniziato a vagare senza una meta. Avrebbe camminato a lungo, probabilmente in stato confusionale, tanto da allontanarsi dal centro abitato e perfino da Rovereto. Ore di peregrinazione per boschi, campagne e vigneti. La fine è arrivata in località Praolini, a margine di un sentiero, dove l’uomo è stato colto da un malore che non gli ha lasciato scampo. A ucciderlo, insomma, sono stati la stanchezza di un fisico debilitato e il freddo intenso.
Lì, sdraiato tra le sterpaglie, lo hanno trovato alcuni cacciatori che nella tarda mattinata di domenica stavano rientrando da un appostamento compiuto poco lontano. Subito è stato lanciato l’allarme e, nel giro di qualche decina di minuti, sul posto sono arrivati gli uomini dell’Arma e il medico legale. Il corpo non presentava segni di violenza e questo subito fatto pensare ad una morte per cause naturali. Restavano da chiarire, invece, altri punti fondamentali: l’identità del poveretto, che era privo di documenti, e il motivo per cui si trovava lì. Il confronto delle sue impronte digitali con quelle contenute nel database delle forze dell’ordine, ha risposto alla prima domanda e, indirettamente, anche alla seconda. Nessun giallo, quindi, ma solo il pietoso caso umano di un uomo che era arrivato in Italia in cerca di fortuna e invece ha trovato la morte. Il sostituto procuratore de Angelis ha ritenuto che non vi fossero ombre su cui fare chiarezza e non ha disposto l’autopsia sul cadavere.
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